Continua l’onda di sdegno, riguardo la problematica irrisolta delle barriere architettoniche. L’onda, generata dall’impetuoso vento di denuncia, alzatosi da Carmelo Comisi, si infrange proprio sullo scoglio ipparino. Snervante l’attesa per coloro che vorrebbero, semplicemente, godere e vivere gli spazi pubblici in piena autonomia e serenità. Così, Comisi esprime rammarico per la poca sensibilità dimostrata del Comune di Vittoria, in relazione alle proposte avanzate proprio per l’abbattimento delle barriere architettoniche:« magari qualcuno pensa che le proposte avanzate da me, Luca Genovese e i ragazzi di Fare Verde siano già state realizzate. Magari qualcuno crede che le rassicurazioni verbali e mediatiche siano una sufficiente dimostrazione dell’effettivo impegno dell’amministrazione su tale questione. Magari qualcuno è convinto che Vittoria sia adesso una città davvero attenta alla problematica delle barriere architettoniche. Ma cosa è stato fatto dopo un anno di pressanti richieste e di numerosi incontri con le autorità cittadine?»
«Delle undici proposte presentate al sindaco, una è stata parzialmente realizzata, una lo sarà a novembre e un’altra, forse, a fine estate»-e continua Comisi-« la proposta realizzata parzialmente è quella relativa al teatro comunale, nel quale sono sì state create due apposite postazioni per carrozzine, come avevamo richiesto, ma gli scivoli ripidi e traballanti che ne permettono l’accesso ancora non sono stati migliorati. A novembre, invece, come dichiarato alla stampa, gli stand dell’EMAIA verranno muniti di pedane mobili per essere così accessibili anche ai disabili. E si vocifera da qualche settimana che il lungomare di Scoglitti avrà finalmente la sua pista ciclabile, addirittura nel corso di questa estate.»
Si tiene a precisare , inoltre, come:«il fine principale delle undici proposte, però, è quello di permettere anche alle persone in carrozzina di accedere agli spazi di fruizione pubblica, per poter così incominciare quel percorso che conduce al pieno inserimento in società dei portatori di handicap. Purtroppo però, nonostante fossero le più economiche, nessuna delle nostre proposte concernenti l’accessibilità delle attività aperte al pubblico gestite da privati (bar, studi medici, negozi ecc.) è stata ancora messa in atto. Così le pedane dei bar che occupano il suolo pubblico sono ancora inaccessibili, i negozi della via Cavour idem ed altrettanto gli uffici e gli studi.»
Carmelo Comisi, così, conclude:«ovviamente mi auguro che si provveda in fretta ad abbattere queste barriere, perché è da certe attenzioni che si valuta la civiltà di un popolo, e se l’amministrazione comunale ha bisogno di tanto tempo prima di agire, si potrebbe prendere esempio dalla città di Varese, dove la Confesercenti ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Entrata libera» – ed allega l’importante link, in riferimento a quanto sopra scritto:«http://www.disabili.com/home/ultimora/26427-tempo-di-saldi-arriva-il-vademecum-per-negozi-senza-barriere-architettoniche»