Respinto dal Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia il ricorso presentato, anche contro il Comune di Ispica, dai genitori di alcuni alunni frequentanti l’Istituto comprensivo Statale “Padre Pio da Pietrelcina” con il quale chiedevano l’annullamento del Decreto del 28 febbraio 2014, dell’Assessorato regionale dell’istruzione e della Formazione professionale, che approvava il piano di dimensionamento della rete scolastica della Sicilia, per l’anno scolastico 2014/2015. Tale Decreto ha determinato ad Ispica l’annessione del plesso di scuola primaria “Sant’Antonio” di via Savonarola all’Istituto Comprensivo Statale “Leonardo da Vinci” e non più all’istituto “Padre Pio da Pietrelcina”. I genitori chiedevano al TAR di Catania l’annullamento di tale decreto per motivazioni che di fatto il Tribunale ha ritenuto nulle alla luce delle documentate controdeduzioni della Provincia Regionale di Ragusa e dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato. Il Tribunale si è di fatto espresso con un’ordinanza che ha respinto il ricorso non ritenendolo meritevole di positiva valutazione in quanto, si legge, “alla luce di una valutazione comparativa degli interessi in gioco” deve “prevalere l’interesse all’esercizio da parte dell’Amministrazione del potere di programmazione e della gestione sul piano territoriale del servizio scolastico, effettuato in base ad una valutazione globale che valuti nel complesso la migliore articolazione nel territorio delle istituzioni scolastiche”. Il TAR ha ritenuto, altresì, “che non sussiste alcun danno grave ed irreparabile atteso che il diritto all’istruzione dei discenti è comunque assicurato dalla scuola cessionaria”. «L’ordinanza emessa dal TAR di Catania – ha dichiarato il sindaco Piero Rustico – ha di fatto sottolineato la valenza di quanto operato in merito alla razionalizzazione dell’assetto degli Istituti Comprensivi, sia in sede provinciale, con la presenza dei Sindaci, sia in sede regionale, che, nel caso della nostra città, ha voluto garantire la permanenza di due istituti di scuola di base che, proprio delineando offerte formative diverse, di fatto consentono una costruttiva competizione che rende l’educazione e l’istruzione dinamiche e al passo con i tempi. Inoltre, il TAR, nella sua ordinanza, ha ben evidenziato l’insussistenza dell’interruzione della continuità didattica lamentata dai genitori che, al contrario, possono in questo modo continuare ad esercitare la loro libertà di scelta e ad assicurare ai propri figli opportunità educativo-didattiche più rispondenti alle loro aspettative. Tra l’altro, non va dimenticato che i docenti del plesso “Sant’Antonio” hanno avuto comunque la libertà di scegliere se rimanere o meno con le classi di appartenenza. La conclusione a cui il TAR è pervenuto costituisce dunque garanzia per la cittadinanza della legittimità del mio operato che ha guardato solo al bene della città e al suo futuro più o meno vicino sottolineando, nel contempo, la faziosità e la demagogia perseguita da coloro che come obiettivo hanno il proprio interesse personale e l’arido scontro politico.»