Una marcia per il lavoro produttivo, per essere costruttivi e non per contestare. Una manifestazione trasversale quella che si è svolta stamani a Palermo e a cui non ha fatto mancare il suo pieno apporto anche il Tavolo provinciale dello Sviluppo e del Lavoro di Ragusa che assieme ad un nutrito gruppo di lavoratori e disoccupati ha manifestato per le vie del capoluogo siciliano all’interno della marcia per il lavoro e lo sviluppo organizzata a livello regionale da Confindustria, Confcommercio, Cna, Confesercenti, Confartigianato, Cia, Confagricoltura, Confapi, Casartigiani, Claai, Confcooperative, Legacoop, Unicoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl. La delegazione di Ragusa è arrivata a Palermo a bordo di ben 12 autobus. Una manifestazione per dar voce alle esperienze di lavoratori, imprenditori e giovani che hanno raccontato le proprie personali esperienze di disagio, economico e sociale, della Sicilia di oggi. Storie precedute da un video sulla strage di Capaci per continuare a lanciare un messaggio di legalità senza la quale non può esserci un concreto sviluppo. Poi la presentazione della piattaforma rivendicativa per venire incontro a famiglie ed imprese siciliane che sono sull’orlo di un baratro economico che rischia di creare danni enormi a livello sociale. Chiesto un piano straordinario per l’attivazione di opere infrastrutturali ed investimenti cantierabili, la facilitazione per l’accesso al credito per imprese e famiglie, il pieno sostegno per l’occupazione produttiva nelle imprese così come la competitività delle produzioni agroalimentari rispetto alle scelte dell’Unione Europea. Altro punto rivendicativo riguarda la concreta attivazione dei fondi europei e il cambiamento delle procedure inique di riscossione della Serit. Infine lo snellimento delle procedure amministrative. “Sono tutte le richieste che sono state avanzate al Governo regionale e che naturalmente giriamo anche a quello nazionale – spiega Sandro Gambuzza, portavoce del Tavolo provinciale per lo Sviluppo e il Lavoro di Ragusa – Attendiamo concrete risposte perché non si può più tollerare l’immobilismo della classe politica o di parte di essa. Ci vuole, come abbiamo più volte chiesto, un piano di emergenza per una Sicilia del domani che possa correre liberamente sui mercati. E anche il nostro Tavolo provinciale, che non ha mai mollato la presa, tornerà presto ad essere da pungolo”.