IL “VIAGGIO DELLA SPERANZA”

Negli ultimi due decenni la geografia delle migrazioni è di nuovo cambiata in Europa e nel mondo. Dopo il crollo dei regimi dell’Est europeo e l’affermarsi della globalizzazione dell’economia sono aumentati i flussi migratori nel nostro continente.

Secondo stime dell’U.E. ogni anno superano illegalmente i confini dell’Europa circa 500.000 immigrati, di questi solo una piccola parte circa il 10 – 14% arriva via mare.

Si tratta di migliaia di disperati provenienti da paesi africani e asiatici più poveri. Molti di loro provengono da regioni devastati da guerre o governate da dittature sanguinarie (Eritrea, Somalia, Congo, Sudan, ecc.) e si dirigono verso l’Europa per richiedere asilo politico e sfuggire a persecuzione e ingiustizie.

Molti, per poter raggiungere l’Europa si affidano a reti  clandestine gestite da organizzazioni criminali  che sfruttano la disperazione degli emigranti per lucrare somme notevoli.

Questo viene raccontato in maniera sublime da Giuseppe Catozzella  che dando  voce alla protagonista del suo libro, “Non dirmi che hai paura”, ci fa entrare nel vivo della vita della protagonista proprio grazie alla voce di Samia stessa, così leggiamo i suoi pensieri , i suoi sogni, le sue parole.

La vita diviene troppo difficile per lei a Mogadiscio,gli integralisti arrivano ad avere sempre più potere e lei decide allora, di nascosto e sola, di intraprendere il Viaggio che, dall’Etiopia, al Sudan e attraverso il deserto del Sahara,  passando per la Libia, la porterà al mare e poi in Europa, dove sua sorella Hodan era già riuscita ad arrivare  anni prima.
Parte così  per il suo Viaggio sognando il suo futuro, pochi oggetti personali in un sacchetto e un po’ di soldi che non le basteranno di certo. È chiamato “Viaggio della speranza” perché negli occhi Samia continua a esserci la voglia di correre e di vincere, la voglia di essere libera, nonostante il deserto, nonostante il corpo sia stremato e non ce la faccia più, nonostante il mare. Già, quel mare che non ha mai potuto davvero toccare; quel mare che non potrà fare altro che accoglierla e coccolarla nel proprio grembo, per sempre.

Dalla lettura di questo libro possiamo respirare attraverso le parole di Samia  l’odore della guerra e della disperazione proprio quello che alberga negli animi di coloro che intraprendono un “Viaggio della speranza” che tentano di ridare dignità alla loro esistenza attraverso un viaggio che tutto in esso potrà essere contemplato, tranne il poter avere la certezza di arrivare a vederne la meta, ma la voglia di vivere e di sopravvivere è così forte da dare loro il coraggio per questa estrema avventura.

Articolo redatto da Paola Parrinello

Classe V A sez. Turismo

Istituto Tecnico Statale” G. Garibaldi” – Marsala