INQUINAMENTO DELL’ARIA: GRAVE IMPATTO SULLA SALUTE UMANA E SULL’AMBIENTE

 

Il Rapporto Air Quality 2014 pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) sembra quasi un bollettino di guerra.

I dati in esso riportati dimostrano ancora una volta il devastante legame tra inquinamento, ambientale e salute.

Incalcolabile il numero di persone (milioni) in tutta Europa che, per la pessima qualità dell’aria, soffrono di svariate patologie respiratorie e cardiache e che sono costrette a lunghe terapie.

Sono circa 400 mila le vittime per morte prematura, cioè persone che hanno visto accorciarsi l’aspettativa di vita in seguito agli effetti dell’inquinamento.

L’Italia, seconda solo alla Germania, è il Paese europeo dove le percentuali di sostanze inquinanti dell’aria sono più alte e superano, anche di molto, le soglie massime imposte dall’OMS.

La zona più inquinata d’Europa, per quanto riguarda polveri sottili e ossidi d’azoto, risulta essere la Pianura Padana; ma in tutta Italia  si registrano livelli eccessivi dei maggiori inquinanti quali metalli tossici, ozono, monossido di carbonio, benzene ecc… oltre i già citati, soprattutto al Nord e nelle zone urbane ad alta densità.

Le cause principali di inquinamento sono le combustioni di oli, legna, carbone (monossido di carbonio), smog dei veicoli (biossido di azoto), centrali a biomassa e riscaldamenti da combustione di organici (benzopirene).

La situazione italiana presenta una fortissima criticità per la concentrazioni elevatissima, anche se in diminuzione, di ozono che supera di tanto i limiti di legge e che, secondo il Rapporto, è la causa di circa 3400 morti premature l’anno.

Le fonti principali di inquinamento rimangono sempre le industrie e il traffico veicolare.

Tra i Paesi più inquinati ci sono quelli dell’Est Europa: per le polveri sottili Pm2.5 al primo posto c’è la Bulgaria seguita da Polonia, Slovacchia, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Turchia e Italia.

Per i Pm10 i dati sono ancora più allarmanti per le concentrazioni giornaliere medie  che superano di molto i livelli massimi: in Italia, Polonia e Turchia le medie superano i 75 mcg/m3, contro i 35 previsti da una legge troppo blanda che andrebbe revisionata.

Sempre più veicoli diesel in Europa hanno determinato una criticità a livello delle emissioni di biossido d’azoto che, con oltre 100 mcg/m3 nei picchi di emissione giornaliera, vedono al primo posto la Germania, seguita da Regno Unito ed Italia.

Non ci sono solo conseguenze nell’ambito sanitario ma anche prettamente in quello ambientale dove l’inquinamento dell’aria, apportando eccessive quantità di azoto (eutrofizzazione) determina squilibri degli ecosistemi con conseguenze negative sulla biodiversità.

Il Direttore dell’EEA,  Hans Bruyninckx commenta: «L’inquinamento atmosferico è ancora troppo alto in Europa (…) una situazione che genera costi altissimi, su tutti i fronti: per il nostro ecosistema, per l’economia, per la produttività della nostra forza lavoro e, il più grave di tutti, per la salute dei cittadini Europei».