Il 1°/2/2016 in un comunicato congiunto le associazioni di categoria degli agricoltori siciliani hanno denunciato la grave situazione del comparto agrumicolo siciliano.
Gli agricoltori sono costretti a fronteggiare – oltre agli effetti degli accordi commerciali con i paesi extraunionistici del Mediterraneo, che fanno sì che pomodori e arance non vengano più raccolti a causa del crollo dei prezzi di mercato che non coprono più i costi di raccolta e di commercializzazione -, un ulteriore deprezzamento dei prezzi degli agrumi a seguito delle sanzioni e del divieto di esportazione dalla UE verso la Russia.
Dal 1°/1/2016, gli agricoltori siciliani dovranno altresì difendersi dall’enorme massa di agrumi di origine turca che si sta riversando sul mercato europeo e italiano per effetto della chiusura del mercato russo alla Turchia.
Gli agricoltori chiedono un sostegno finanziario per contrastare la debolezza delle barriere fitosanitarie dell’UE incapaci di prevenire l’emergere di pericolose fitopatie come la “tristeza” o la “Xylella”.
Può la Commissione precisare:
– quali iniziative prenderà per sostenere il prezzo dei prodotti agricoli siciliani alla luce della risposta data all’interrogazione P-013098/2015;
– le quantità dichiarate di agrumi e pomodori importate dal Marocco stante la risposta data all’interrogazione E-007388/2014;
– se ha rilevato perturbazioni dei mercati agrumicolo e ortofrutticolo nell’Italia meridionale a seguito dell’accordo di associazione con il Marocco;
– se è intenzionata ad attivare le disposizioni di salvaguardia previste?