Con la promozione del Futsal Ragusa in serie A2, diverse sono state questa estate le novità in casa iblea. Tra le più importanti c’è certamente il cambio alla guida della società iblea: Enzo Gregna, lo storico presidente neroverde, ha ceduto il timone a Clara Noto. L’abbiamo incontrata.
Presidente, racconti agli sportivi ragusani, agli amanti del futsal, chi è Clara Noto.
Ho 35 anni e sono un’imprenditrice che opera in diversi settori perché ritengo fondamentale diversificare i propri interessi. Sono sposata con Daniel, che è il mio compagno di vita e mi supporta giorno dopo giorno. Sono mamma di Ellie, Chloe e Christian, che sono le mie tre meraviglie. Mi piacciono le sfide. Più le trovo complesse e più sono interessanti. Una di queste sfide è correre la maratona di New York e mi sto proprio preparando per correrla il prossimo 6 novembre. Sono anche appassionata di bulldog francesi, ne ho diversi e spesso nei weekend partecipiamo agli expo dei cani e in questa passione mi affianca mia figlia maggiore.
Segue qualche sport?
Lo sport mi ha sempre affascinato, io sono stata una sportiva, e ho praticato diversi sport: nuoto, pallanuoto, pallavolo. Non ne seguo uno in particolare perché non ha senso limitarsi a seguirne uno solo in quanto ogni sport trasmette emozioni completamente diverse dall’altro.
Prima di arrivare al Futsal Ragusa conosceva, seguiva il futsal?
Non lo seguivo in modo particolare. Ne conoscevo l’esistenza anche perché la mia migliore amica giocava a Ragusa. Conoscevo alcune ragazze della “vecchia guardia” però non lo seguivo in modo particolare.
Che cosa l’ha spinta a prendere in mano questa società?
Mi piacciono le sfide e poter dirigere una società di donne, la cui passione trasuda in ogni occasione e in ogni momento, mi ha elettrizzata all’istante per cui ho detto «sì, assolutamente, facciamolo!». Dare il mio contributo alla società mi fa un enorme piacere.
Che ambiente ha trovato all’interno della società?
Un ambiente familiare. Sono stata accolta come se fossi stata una di loro da sempre. Sia la dirigenza che le ragazze mi hanno mostrato una coesione invidiabile. Sono stata parte di diversi gruppi ma una coesione simile non l’ho mai vista. Per questo sono molto contenta del gruppo che ho trovato e sono certa che insieme faremo grandi cose.
Ci sono due tipi di presidenti: gli interventisti e quelli che lasciano fare ai responsabili dei diversi settori. Lei che tipo di presidente è?
Il presidente del secondo tipo! Per me il rispetto dei ruoli è alla base di qualsiasi relazione. Starò sempre accanto ai dirigenti e ai tecnici, e ci sarò qualora abbiano delle necessità o del mio supporto, ma saranno loro a prendere le decisioni.
Il campionato di A2 è molto costoso dal punto di vista economico, sono tante le trasferte al di fuori della Sicilia. State cercando uno sponsor? Lo avete trovato?
È vero, il campionato sarà molto costoso e purtroppo l’aspetto finanziario è il punto dolente di ogni associazione sportiva, anche perché i contributi delle istituzioni sono veramente di piccola entità. Nel nostro caso dobbiamo ringraziare le aziende della provincia di Ragusa che hanno sposato il nostro progetto. Siamo comunque alla ricerca di nuovi sponsor per cui, se c’è qualcuno che ha voglia di aiutarci, si faccia avanti.
Che cosa si aspetta da questa stagione? Quali sono gli obiettivi minimi da raggiungere?
È fondamentale, è questo il mio obiettivo primario, mettere a disposizione delle ragazze tutti i mezzi necessari perché possano realizzare il loro sogno e cioè quello di vivere questo campionato con serenità e divertendosi. Relativamente all’aspetto prettamente sportivo, l’obiettivo è quello di mantenere la categoria.
Qual è il suo sogno sportivo, magari da realizzare non necessariamente in questa stagione?
Senza alcun dubbio è la promozione in serie A. E poi, una volta lì, visto che si tratta di un sogno, perché porsi limiti? Restando più seri, ci piacerebbe creare un settore giovanile, stiamo già lavorando per riuscirci entro il prossimo anno, non solo perché abbiamo diverse richieste da parte di tante bambine ma anche perché solo con un florido settore giovanile una società può veramente sognare in grande.