INTERVISTA A MARIA LUISA SCOLARI DIRETTORE IIC DI ISTANBUL

Qualche giorno fa ho pubblicato su questa testata un articolo  di apprezzamento per la direttrice dell’Istituto di Cultura italiana ad Istanbul, Dott.ssa Maria Luisa Scolari, per l’evento da lei realizzato presso il teatro Casa Italia dell’Istituto. Si trattava di uno spettacolo interamente realizzato da Adil Akbasoglu, artista di nazionalità turca, dedicato al Grande Modugno. Alcune riflessioni giunte poi tra i commenti all’articolo stesso, mi hanno indotta a dare qualche informazione più specifica sugli Istituti di cultura italiani all’estero, perché forse non sempre si ha contezza di cosa essi realizzino e cosa siano preposti a fare. L’ho fatto intervistando proprio la Dr.ssa Maria Luisa Scolari chiedendole quale sia in generale il ruolo degli Istituti, in particolare  quali azioni l’ICI di Istanbul mette in atto per favorire  l’interazione tra la cultura italiana e quella turca. Spero con ciò di aver dato una migliore informazione su questi Enti che dipendono dal MAE (Ministero Affari Esteri),  che possiamo considerare laboratori ove la cultura italiana viene  divulgata e valorizzata, attraverso rapporti di fattiva e concreta collaborazione e integrazione delle diverse culture.

Quali sono le attività che L’Istituto predilige per promuovere la cultura italiana in Turchia.

Gli Istituti italiani di Cultura (abbreviazione IIC) sono gli enti preposti dal Ministero degli Affari Esteri alla promozione della cultura italiana e al sostegno della cooperazione, in campo culturale, fra l’Italia e i diversi Paesi nel Mondo. Operano in molti settori: dalla musica (jazz, musica classica, musica contemporanea, opera) alle scienze e tecnologie made in Italy, dalla diffusione della lingua italiana al cinema d’autore, dalla letteratura all’archeologia, dall’arte al design, dall’architettura e al teatro. In dettaglio, per la Turchia l’Istituto di Cultura di Istanbul promuove la lingua italiana organizzando, presso la nostra sede, corsi di lingua italiana a tutti i livelli, essendo la lingua lo strumento privilegiato per accostarsi alla cultura e alla storia di una nazione. Partecipiamo poi, nel corso dell’anno, a molti festival locali e in occasione della recente Biennale d’arte ad esempio abbiamo sostenuto la presenza di una giovane artista italiana e realizzato numerosi eventi collaterali di alto livello. E’ interesse del nostro Paese promuovere un’immagine moderna e aggiornata dell’Italia, sostenendo i giovani talenti, per far capire a chi ha interesse verso il nostro Paese che, accanto alla tradizione e all’eredità di un passato sublime e straordinario, abbiamo per il futuro ancora molto da dire e da proporre.

Quali iniziative oltre allo spettacolo “Volare” (peraltro lodevole) mette in atto l’istituto.

Le iniziative sono tantissime e non è facile elencarle tutte perché si rischia sempre di trascurare qualcosa. Quest’anno abbiamo avuto moltissimi ospiti, davvero importanti e autorevoli, fra tutti vorrei ricordare il prof. Umberto Eco, che durante il suo soggiorno ad Istanbul ha tenuto una conferenza in Istituto e ha incontrato il premio nobel Orhan Pamuk presso l’Università del Bosforo. Credo che la presenza del prof. Eco resterà a lungo nella memoria del nostro pubblico.  Per i prossimi mesi abbiamo in programma una collaborazione con l’Opera e il Balletto di Stato di Istanbul per l’esecuzione, per la prima volta in Turchia, dell’opera “Giovanna D’Arco” di Giuseppe Verdi che sarà diretta dal M° Gianluca Bianchi (molti sono stati i concerti realizzati nel corso del 2013 in occasione del bicentenario dalla nascita del grande compositore). Porteremo poi le copie antiche dei mosaici di Ravenna per una mostra al prestigioso Museo Archeologico di Istanbul e parteciperemo al Festival Internazionale del Cortometraggio con una selezione di ben 10 corti italiani (quest’anno siamo il Paese straniero con più cortometraggi nel Festival). Stiamo organizzando per dicembre il nostro tradizionale Festival del Cinema, dal titolo “Appuntamento con il cinema italiano” (che quest’anno giunge ormai alla IV edizione e si svolgerà dal 29 novembre al 5 dicembre) in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà: avremo sette film recenti, usciti nel 2013, presentati in anteprima in Turchia e che provvederemo a sottotitolare in turco. A proposito di cinema, si è appena conclusa una rassegna cinematografica su Fellini a 20 anni dalla sua scomparsa, ma quest’anno abbiamo presentato anche una retrospettiva su Antonioni e nel corso dell’anno abbiamo proposto diversi film e non solo ad Istanbul (vorrei ricordare che anche ad Ankara, la capitale, è presente un Istituto Italiano di Cultura). A dicembre poi avremo due grandi interpreti della musica contemporanea italiana, Vinicio Capossela e Antonella Ruggiero.

Quali sono i rapporti di collaborazione culturale che ci legano alla Turchia, che sta entrando fortemente sulla scena europea.

L’Italia gode di un rapporto privilegiato con la Turchia, perché condividiamo un passato che ci unisce e siamo due Paesi a vocazione mediterranea, la cui sensibilità culturale è molto vicina. Pertanto le occasioni di collaborazione sono molteplici, penso ad esempio alle sonorità e al ritmo della musica, al folclore, alla presenza di molte missioni archeologiche in Turchia in cui operano studiosi e accademici italiani, al reciproco interesse  e desiderio di conoscenza che si registra fra i due popoli. Presso l’Università è presente un dipartimento di Italianistica, col quale il nostro Istituto collabora in molte occasioni. D’altronde la realizzazione di eventi (conferenze, concerti, mostre) non sarebbe possibile, non avrebbe successo (e non avrebbe senso) senza il coinvolgimento di interlocutori turchi.

Qual è il rapporto che i Turchi hanno con la cultura e in particolare con la musica italiana (che tipo di musica prediligono e quale genere e perché…)

L’interesse per la musica è molto forte e viene da lontano. In particolare c’è (come in molti altri Paese) e a ragion veduta una grande passione per l’opera italiana, bisogna ricordare che a Istanbul visse Giuseppe Donizetti (fratello del più famoso Gaetano, che qui è tenuto in alta considerazione e riceve l’appellativo di Donizetti Pascià) che compose il primo inno nazionale dell’Impero Ottomano. Ma di ciò non bisogna stupirsi, già nel XIX e XX secolo, la comunità italiana ad Istanbul era molto numerosa, qui infatti confluirono molti pittori, architetti, patrioti italiani che si stabilirono in Turchia con successo e ricevettero grandi apprezzamenti. Tornando alla musica, per quanto riguarda l’attualità, alcuni artisti conosciuti a livello internazionale sono molto noti anche qui, noi come Istituto cerchiamo di promuovere anche le realtà meno conosciute – che quindi hanno bisogno del nostro sostegno per farsi conoscere – ma di grande originalità, eccellenza e prestigio, affinché l’immagine del nostro Paese rispecchi la realtà di una cultura varia e diversificata. 

Che tipo di pubblico assiste agli eventi organizzati dall’IIC?

 

Il nostro pubblico è composto per metà da italiani e per metà da turchi, i quali hanno interesse per l’Italia o semplicemente sono attratti dalla qualità delle nostre iniziative. Ciò ci consente di avvicinare sempre nuovi utenti e di promuovere con successo le nostre attività, aprendoci ad un pubblico vasto. Il nostro obiettivo è infatti quello di attrarre sempre più nuove persone, soprattutto turchi (senza trascurare l’importanza, anche storica, della comunità italiana in questo Paese e il suo fondamentale contributo al prestigio di cui gode l’Italia qui), per questo motivo offriamo sempre, in occasione di convegni e conferenze o di semplici presentazioni, la traduzione dall’Italiano al turco. I nostri eventi sono pensati per avvicinare la Turchia all’Italia, rafforzare i nostri legami e favorire la reciproca conoscenza.

 

Mariella Alì