Non potevamo credere che il massimo esponente del Governo in Provincia di Ragusa potesse accettare la richiesta di una intervista (quasi esclusiva) di una praticante giornalista che in questa terra di frontiera voleva saperne di più di un personaggio istituzionale di primo piano che ha mille problemi da nrisolvere, che deve pensare a tantissime cose compresi gli ultimi gravissimi problemi dell’immigrazione clandestina che a Ragusa, dopo Lampedusa sono di primissima drammatica emergenza.
Ed invece Annunziato Vardè tramite il suo staff di Gabinetto, di primissimo piano (che quì ringraziamo di cuore) ci ha fatto sapere che dopo la manifestaziome del 4 novembre lo avremmo potuto incontrare in Prefettura per questa intervista che, lo confessiamo apertamente, ci ha onorato professionalmente. Ed allora via con le domande che alcune sembreranno banali ma alle quali il Prefetto ha risposto semplicemente e quindi come a dar loro l’importanza che forse non avevano.
D. Eccellenza, al momento del suo insediamento, nell’incontro con i giornalisti lei dimostrò di conoscere bene la provincia di Ragusa. Può dirci come e con chi si era informato e se la sua diretta osservazione corrisponde a quanto le avevano detto.
R. Ero già stato, diverso tempo fa, a Ragusa Ibla ed ero rimasto particolarmente colpito dalla bellezza dello scenario molto suggestivo che mi si era presentato, ho quindi approfondito sui libri la conoscenza dei luoghi e del grande pregio architettonico ed artistico delle chiese e dei palazzi non solo di Ibla, ma anche del resto della provincia molti dei quali, giustamente riconosciuti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Ovviamente in questo primo anno di permanenza non ho perso l’occasione per visitare con molta attenzione i posti più belli che, le dirò, non finiscono mai di sorprendermi per il loro straordinario valore. Peraltro mi è piaciuto rivedere, con maggiore cognizione di causa, questi splendidi esempi del tardo-barocco nelle puntate della fiction televisiva del Commissario Montalbano, di recente riproposte sulla RAI.
D.Si dice che la Prefettura di Ragusa sia una delle più difficili da dirigere in Italia. Se si esclude il fenomeno criminalità pressappoco nella media nazionale questa nomea non le sembra dovuta all’isolamento geografico che la terra iblea obiettivamente presenta oltre ad essere un territorio di frontiera e quindi con quei fenomeni di immigrazione clandestina ?
R. Un problema drammatico che stiamo affrontando e che negli ultimi mesi ha conosciuto un forte incremento è il fenomeno degli sbarchi e dei flussi dei migranti in genere: si pensi solo al tragico evento del 30 settembre scorso. Per quanto riguarda l’isolamento geografico, è vero che la provincia di Ragusa è l’ultimo lembo dell’Italia, ma proprio durante la mia permanenza ci sono state e ci sono importantissime novità che a mio avviso consentiranno di recuperare gli antichi ritardi: mi riferisco all’aeroporto di Comiso, che oggi è una bellissima realtà, la costruzione del tratto Rosolini – Modica dell’autostrada Siracusa – Gela, per il quale è imminente l’inizio dei lavori, il raddoppio della SS 514 i cui lavori, sono fiducioso, partiranno come garantito in una riunione in Prefettura dall’arch. Coletta. Resta il problema dei collegamenti pubblici interni, attesa l’inadeguatezza della rete ferroviaria a cui mal sopperiscono i collegamenti automobilistici, spesso disagevoli, specie a seguito dei recenti tagli.D.
D. Che cosa allora si è rivelato diverso, se ci sono state “varianti”. da come le era stato detto?,
R.Le novità sono tutte in positivo, perché ho conosciuto una comunità accogliente e molto rispettosa delle istituzioni e che colgo l’occasione di ringraziare per la compostezza ed il senso civico che ogni giorno dimostra.
D. Eccellenza lei passa come una persona serena, tranquilla, umana, disponibile con tutti, ma anche capace e tenace; nei suoi interventi ha utilizzato queste sue qualità con dosaggio perfetto. Siamo tutti ad aspettare il suo primo errore, sia pur lieve: Quanto dobbiamo attendere?
R.Nessuno è perfetto e certamente neanche io lo sono: cerco di impegnarmi al massimo delle mie possibilità per contribuire proficuamente alla risoluzione dei problemi che esistono nella provincia, spero di riuscirci sbagliando il meno possibile e per questo ci metto molta attenzione.
D. Come ha vissuto i giorni del suo intenso e delicato lavoro a Ragusa in un periodo particolarmente difficile per il territorio: cosa ha significato per lei lavorare con tanti obiettivi ostacoli e con la costante preoccupazione di dover pensare anche alla gente che ha bisogno, che soffre, che non arriva alla fine del mese e che a lei si rivolge anche per risolvere problemi della pubblica amministrazione locale?
R.Certo, il momento non è facile, la crisi economica morde con particolare virulenza ed infatti ho dedicato molto tempo della mia attività oltre che alle problematiche dell’ordine e della sicurezza pubblica ed al flusso dei migranti, alle situazioni di crisi delle aziende e del disagio sociale in genere; spero di aver dimostrato la giusta sensibilità su tali problematiche, anche se alcune volte mi sento disarmato davanti a situazioni di bisogno veramente tragiche. Il messaggio che vorrei veicolare, comunque, è quello di resistere, di non farsi prendere dallo sconforto, perché sembra che il peggio è passato e, pertanto, dobbiamo aspettarci un miglioramento della situazione economica ed occupazionale.
D. Come vive questo trasferimento a Ragusa la sua famiglia?
R. La mia famiglia è composta da me e da mia moglie che, sacrificando la sua carriera professionale, mi segue in tutti i miei numerosi spostamenti di ufficio: così è stato anche qui a Ragusa e la ringrazio per tutti i sacrifici che ha fatto e che continua a fare per me.