Lei è il dirigente del polo scolastico Pergine I, dott. Lidio Miato. Vuole brevemente parlare della scuola che Lei dirige e in generale?
Io dirigo 5 scuole elementari e una scuola media. Sono convinto che la scuola giochi un ruolo fondamentale per il futuro del nostro Paese.
Lei ha promosso un progetto di teatro per una delle scuole elementari del polo: quella di Canezza. Perché?
La mia convinzione è che il teatro sia uno strumento fantastico, eccezionale, per la formazione completa del cittadino.
In che modo questo può succedere?
Il teatro mette in gioco due aspetti: il primo è lo sviluppo emotivo dei ragazzi, che spesso viene trascurato a scuola, per il fatto che la scuola è più orientata sull’aspetto cognitivo; il secondo è quello linguistico.
Quale ricaduta ha rilevato sulla scuola questo evento didattico, dato che ha assistito al saggio finale?
Sicuramente, ho visto i ragazzi che hanno superato le difficoltà di tipo emotivo e questo è la prima cosa e la seconda, una maggiore sicurezza nell’eloquio. Lo sviluppo dell’espressione orale è fondamentale nel successo formativo, perché a scuola, spesso, si prediligono le prove scritte piuttosto che la descrizione orale. Terza cosa, ho notato l’acquisizione di modelli di produzione orale, che permettono al ragazzo di controllare la voce, di rispettare le pause e dare enfasi ai contenuti.
Secondo Lei il teatro a scuola ha rilevanza educativa oppure è semplicemente un’esperienza da dare agli alunni e passare ad altri stimoli, in tante strade diverse?
Il teatro, a scuola, ha una grande rilevanza educativa che interessa non solo l’aspetto cognitivo, ma soprattutto quello emotivo relazionale. Il problema dei nostri giovani è proprio questo. Sanno tante cose, ma spesso non le sanno esprimere in maniera adeguata. Inoltre presentano molti problemi relazionali, sia con i pari, che con gli adulti . Dobbiamo pensare che anche la strumentazione moderna: pc, cellulare, I Pod ecc, portano ad un isolamento sociale con le conseguenze evidenti.
I genitori, sostengono queste opzioni educative o spesso la intralciano?
Io dico sempre ai miei docenti che occorre, all’inizio dell’anno, fare un patto educativo coi genitori, anzi, meglio ancora, un contratto formativo, dove si stabiliscono e si concordano le regole fondamentali e anche le sanzioni da erogare.
Ma poi questi genitori, rispettano il contratto?
L’ho chiamato volutamente contratto, perché deve essere sottoscritto da tutti i genitori della classe. In questo modo nessun genitore può dire in seguito di non conoscere, non sapere, di non essere d’accordo.
Ritiene che una esperienza di teatro analoga o simile vada ripetuta o, secondo Lei, basta una tantum?
Sicuramente va ripetuta e incentivata. Ah, il teatro serve anche per l’esercizio della memoria. Quella a lungo termine, per intenderci, al punto che anche dopo decenni si ricordano poesie o brani e personaggi storici .
A Suo parere, la scuola, maestra di vita, come si diceva in passato, riesce ancora a trasmettere valori educativi profondi per i futuri cittadini?
Sono convinto di sì, anche se le sirene che sono all’esterno della scuola, hanno un richiamo sempre più forte e, per noi, diventa sempre più difficile.
In conclusione, una frase, che riassuma il Suo pensiero, rivolto alla scuola pubblica attuale.
Io penso sempre che la scuola sia un servizio alla persona e quindi si debba adattare a seconda delle ‘diversità’ che incontra.