ISPICA: BOTTA E RISPOSTA TRA CENTRO-DESTRA E PD

Il richiamo della Corte dei Conti all’Amministrazione comunale ha fatto surriscaldare gli animi. Tutto è iniziato con un comunicato congiunto dei partiti della maggioranza di centro-destra, tranne il Pid, in cui non si è esitato a parlare di “mascalzonata della sinistra cittadina”.

Ovviamente è di tutt’altro avviso il Pd ispicese che ha precisato: “Il centro-destra non trova di meglio che ricorrere agli insulti. L’intervento della Corte dei Conti si inquadra nel controllo collaborativo che la magistratura contabile attiva sugli enti locali a rischio”. 

“Sarebbe molto facile per noi – ha continuato il segretario cittadino del Pd, Gianni Stornello – ribaltare l’offesa ed elencare le loro mascalzonate perpetrate ai danni di un’intera città. Non lo facciamo perché per noi la politica e l’amministrazione della cosa pubblica sono ben altro e meritano il massimo rispetto, anche nel linguaggio e nel peso delle parole. Nel merito del problema, la difesa da parte dell’armata Brancaleone che amministra la città, difesa dalla quale si è sfilato il Pid, è solo un’arringa di bassa pretura che vorrebbe addirittura farci credere che la Corte dei Conti sia una sorta di organo di consulenza dei comuni. Tacciono sul fatto che il “controllo collaborativo”, subito dal Comune di Ispica, è l’anticamera di sanzioni ben più pesanti che possono sfociare nel dissesto finanziario. Se, come si ostinano a dire, i conti sono a posto, paghino puntualmente gli stipendi ai dipendenti comunali, liquidino le fatture delle cooperative sociali e dei fornitori di servizi importanti come quello di nettezza urbana che non pagano i loro dipendenti perché a loro volta non pagati dal comune. Se, come dicono, Ispica è addirittura un comune virtuoso – si chiede il segretario del Pd – perché hanno dovuto attingere ai fondi vincolati per il contrasto dell’erosione della fascia costiera per fare altro, mettendo in serio imbarazzo i revisori dei conti? Oltre che di educazione politica il centro-destra cittadino difetta anche di umiltà e di mitezza. Ma forse – conclude Stornello – pretendiamo troppo da chi sa di essere arrivato alla frutta ed ha perso il lume dell’intelletto”.