E’ bene ricordare che l’entroterra di Scoglitti, alla fine del 500 era specializzato nella produzione del grano, ma a poco a poco si affermò il vigneto e a fine settecento Scoglitti esporta già a Malta migliaia di barili del vino vittoriese sfruttando il porto che funse da scaricatoio per le derrate agricole. Già prima dell’Unità d’Italia si era avvertita l’esigenza di costruire un vero e proprio molo e fu l’iniziativa di Cancellieri a imprimere una svolta facendo denominare nel 1879 Scoglitti “porto di quarta classe”. Da allora comincia la storia infinita del porto di Scoglitti di competenza della Regione siciliana, del suo continuo insabbiamento e relativo dragaggio e della sua insicurezza dovuta alle continue mareggiate determinate dal forte vento di Ponente volgarmente inteso come “pruvenza”. Pertanto si è sempre cercato di mettere in sicurezza il porto con l’allungamento del molo di ponente. E dopo anni di battaglie portate avanti da tutte le forze politiche senza distinzioni, dalla marineria e dalle forze sociali e sindacali si riesce ad ottenere un finanziamento di 22 miliardi di vecchie lire per la messa in sicurezza del porto. Per appaltare l’opera però occorre la V. I. A. rilasciata dal ministero dell’ambiente e dall’assessorato regionale al territorio e questa può essere data solo se si è in presenza di un porto che non ha un piano regolatore vigente come consente una legge regionale del 91, tant’è che l’amministrazione comunale dell’epoca, di cui cosa strana l’assessore ai lavori pubblici è il geom. Avola, ritira una bozza del prg presentata e che aspetta l’approvazione della regione. Lo stesso sindaco Aiello dichiara in una sua nota del 17-11-09: “……l’amministrazione tace sul progetto già adottato dal Consiglio comunale, da me ritirato per fare posto al finanziamento del Molo di Ponente……”. Insomma è mai possibile che le responsabilità del degrado in cui versa la costa e dello scivolamento a mare di Kamarina possano essere ricercate nella stessa esistenza del porto di Scoglitti? A sentire l’assessore Avola, il quale è aduso a smentire confermando e viceversa, la soluzione è sempre la stessa: ” massima disponibilità a valutare, e a mettere in campo, assieme alla Sovrintendenza ai beni culturali, al professor Randazzo e ai progettisti del Piano Regolatore Portuale, tutte quelle misure idonee a salvaguardare la costa e, in special modo, il promontorio di Kamarina”. L’importante che a gestire il tutto ci sia sempre lui, naturalmente, come ci ricordano le delibere della giunta municipale n.711 del 27/10/09 (incarico per 24 mila euro per progetto preliminare del piano regolatore portuale e progetto di realizzazione e gestione opere portuali in project financing , società di gestione mista) e n. 712 del 27/10/09 (incarico per ulteriori 24 mila euro per la redazione di uno studio e ricerca sulla procedura di evidenza pubblica per la selezione del concessionario) delibere che fanno, tra le altre cose, a pugni con la richiesta della SEA VICTORIA HOUSE S.r.l. della concessione demaniale marittima sessantennale per la realizzazione e gestione di una struttura portuale turistica all’interno del porto di Scoglitti. Allo stato non ci risultano delibere della giunta municipale di Vittoria che riguardano la salvaguardia della costa e lo scivolamento a mare di Kamarina. Ci chiediamo quale sia la vera partita che si sta giocando. Lo vedremo alla prossima puntata.