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LA BIRRA POLACCA: UNA STORIA TANTO TRAVAGLIATA COME QUELLA DEL PAESE
24 Feb 2014 22:41
La birra polacca è nota per essere economica, ma poco si sa e si dice delle sue caratteristiche e varietà, che non sono molte, nonostante le testimonianze della produzione di questa bevanda in Polonia risalgano ai primi anni del medioevo.
In verità la prima produzione di massa di birra in Polonia risale soltanto al XIX secolo, quando per fare ciò si attinse all’esperienza inglese sia per quanto riguarda i macchinari per una produzione su larga scala, sia per le arti del mestiere. Il segno più evidente di questa influenza britannica lo si può riscontrare nell’ampia diffusione di birre porter, tipologia inglese di birra nata nei sobborghi adiacenti i porti. Dalle porter però si svilupperanno le imperial stout, che in Polonia sono meno diffuse, ma certamente più interessanti come prodotti.
Prima di allora la produzione di birra polacca era molto eterogenea e le sue peculiarità riflettevano il gusto o la tradizione dei paesi che si succedevano nel dominio del popolo polacco. Le continue invasioni, oltre a impedire per secoli la formazione di uno stato polacco, mantennero le sorti economiche del territorio in balia delle vicende politiche e militari. Proprio le guerre impedirono prima la formazione di una variegata industria birraia e successivamente la sopravvivenza delle poche che vi si erano formate.
Sebbene nella seconda metà dell’Ottocento la produzione birraia polacca conosca un periodo di prosperità, esso venne bruscamente arrestato prima dalla crisi economica degli anni ’20 e poi dalla Seconda Guerra Mondiale, che fece sparire le oltre cento fabbriche di birra esistenti nel paese. Ci vorranno ben 10 anni dal dopoguerra, per rimettere in piedi la produzione birraia in Polonia.
Oggi la produzione industriale polacca conta una varietà molto limitata di tipologie di birra. A conti fatti, escludendo le piccole produzioni, la Polonia produce soprattutto lager, porter e pilser, anche se molte birre, che rientrano nell’ultima categoria, sarebbero realmente delle lager, piuttosto che delle pilser.
Il marchio polacco più conosciuto è probabilmente la Tyskie Gronie. Classificata come pilser, essa possiede effettivamente il bagaglio gusto-olfattivo simile alle pilser, ma con un corpo più consistente rispetto alla norma.
La Lech Premium è un’altra marca molto popolare, che nel design ricorda non troppo vagamente la Heineken. Essa viene anche classificata come pilser, ma è eccessivamente maltata e troppo poco luppolata per essere effettivamente una pilser. È molto più appropriato classificarla come lager.
Noto è pure il marchio Żywiec, che produce una lager di scarso interesse e con evidenti difetti di armonia: alcol troppo evidente e dolcezza quasi stucchevole. Produce però anche una porter molto interessante. Classificata come porter, in realtà sarebbe una imperial stout. I suoi 9% gradi ne fanno un prodotto ben lontano dalle porter inglesi. Ha ovviamente una intensità olfattiva di norma maggiore rispetto alle classiche porter, ma possiede anche un gusto decisamente più morbido e dolce, non tanto equilibrato dall’amarezza del luppolo.
Altra imperial stout, questa volta di carattere meno morbido, è la Okocim. Classificata anche questa come porter, in realtà è una strong porter, poiché i suoi 8,1% gradi di alcol la allontanano decisamente dalle porter. È una birra corposa, ma nonostante l’elevata gradazione non è stucchevole, grazie, questa volta sì, all’apporto consistente di luppolo. Ha finale molto più secco della Żywiec porter e in genere risulta più equilibrata.
La produzione di birra in Polonia è oggi molto vasta, ma la scelta è tutt’oggi molto ridotta. Tante sono le marche reperibili nel mercato, ma molte di esse si collocano a livelli qualitativi ben al di sotto della soglia della sufficienza.
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