Non ho seguito la vicenda della bocciatura del Piano presentato dall’Amministrazione comunale di Santa Croce Camerina. Non ne conosco la genesi, non conosco i motivi della bocciatura, non mi interessa molto. Disinteresse determinato sostanzialmente dalla immensa ignoranza in materia.
Quello che però salta letteralmente agli occhi, e la fedele Nikon lo dimostra anche a chi non dovesse conoscere i luoghi, sono gli effetti di una mancata decisione (per essere educati).
Succede insomma che a Punta Secca, il borgo marinaro che un tempo era meta di venti comisani, dieci ragusani ed altrettanti santacrocesi per il periodo compreso tra giugno e settembre ed oggi grazie a Montalbano è invece conosciuto in tutto il mondo, a Punta Secca, dicevo, succede che la grande caserma della Guardia di Finanza, abbandonata da molti lustri, non riesce a trovare una collocazione definitiva, quale che sia.
La sua attuale apparenza si mostra a tutti (residenti, turisti, forestieri amanti di Montalbano, insomma tutti quelli che hanno occhi per vedere, e macchine per fotografare e quindi perpetuare) come la scadente foto scattata a fine settembre riferisce per i lettori di RagusaOggi. Come si percepisce, nonostante la qualità del documento fotografico, la ex caserma militare è semidistrutta. Non esistono i vetri, il tetto è stato invaso da erbe, piante e financo arbusti (incredibili il ficus carica, insomma “a maccia a ficu”, e la tamerice, capaci di crescere a dieci metri dal mare e sul nudo cemento della soletta della ex caserma), i pilastri mostrano chiaramente i tondini di ferro del cemento armato, tutti ovviamente fortemente corrosi dal mare. L’immobile è – secondo me che del settore sono totale profano – in procinto di crollare.
E poiché da oltre venti anni a Santa Croce si discute cosa fare di questo grande e storico immobile in riva al mare di Capo Scalambri (chi vorrebbe demolirlo per farne un parcheggio, chi vorrebbe demolirlo per poter allargare l’attuale piazza del Faro, chi vorrebbe costruirvi un grande albergo di lusso), nel silenzio naturale il tempo – e il mare col suo carico di salmastro, chè non siamo nella laguna veneta – hanno pazientemente lavorato.
E bisognerà avere ancora un po’ di pazienza, non oltre uno o due anni, così da dare ragione a chi vorrebbe demolire la storica caserma della Guardia di finanza. L’attesa, non lunga, servirà per dare al tempo e al mare la possibilità di assestare il classico “colpo di grazia”. Per il momento, le migliaia e migliaia di turisti attratti dal commissario nato dalla fantasia di Andrea Camilleri in quella Punta Secca che loro credono “Marinella”, sono “estasiati” da questo incredibile spettacolo di immenso squallore, di infinita tristezza, di povertà d’animo, tipica della nostra attuale “classe dirigente” (e a scriverlo fa un po’ senso).