LA CEMENTIFICAZIONE DELLA COSTA IBLEA

Non smetteremo di stupirci di come “ i carnefici si trasformIno in vittime “ e di come la gente comune sia indotta a credere creda alle mezze o alle totali falsità.

La cementificazione della costa iblea è un vero e proprio ‘caso da manuale’.

La costa che va da Punta Braccetto a Camarina è stata negli ultimi quaranta anni abbandonata da tutte le amministrazioni che si sono succedute nel governo della città di Ragusa, compresa l’attuale. Dune abbattute per far posto alle serre, villaggi turistici costruiti sulla spiaggia, discariche a cielo aperto di rifiuti agricoli ma soprattutto interi villaggi abusivi costituiti da seconde e terze case. Edifici che per legge debbono obbligatoriamente essere demoliti e che nessuna amministrazione ha avuto il coraggio di abbattere. Anzi forze politiche che si travestono maldestramente da ambientaliste periodicamente chiedono interventi a favore di chi ha violato la legge ed ha arrecato un enorme danno al patrimonio pubblico.

Se è vero che sarebbe opportuno, oltre che utile e necessario, abbattere i resti del villaggio turistico ex Valtur e rinaturalizzare la zona, è assolutamente obbligatorio abbattere tutte le case abusive entro i 150 metri dalla battigia, atteso che l’abuso non è sanabile, come dovrebbero sapere i consiglieri comunali in carica nel 2010, anno in cui si decise di non inserire gli agglomerati abusivi Passo Marinaro, Branco Piccolo e Punta Braccetto nella variante urbanistica dei Piani Particolareggiati di Recupero ex legge regionale 37/85 perché “ questi ultimi tre agglomerati non sono stati considerati dal PRG vigente tra gli agglomerati soggetti alla redazione dei PPRU in quanto ricadenti all’interno della fascia di inedificabilità di 150 mt dalla battigia ai sensi dell’art. 15 l.r. 78/76.”

Ci saremmo aspettati da quei consiglieri comunali chi intervengono sempre citando norme e leggi varie, che insieme all’invito a demolire la struttura turistica, richiedessero all’amministrazione comunale di dare seguito alla diffida n. 11753 del 30/5/2013 del Dipartimento Regionale dell’Urbanistica in merito ai provvedimenti repressivi in materia di abusivismo edilizio e alla circolare n. 14055 del 3 luglio 2014 del Dipartimento regionale dell’Urbanistica che ha ricordato ai comuni siciliani non solo l’obbligo di effettuare interventi repressivi riguardo gli abusi edilizi, ma soprattutto che l’opera abusiva non sanabile debba essere prioritariamente demolita.