Il Consiglio comunale di Vittoria ha approvato il regolamento sul Baratto amministrativo, mentre a Ragusa città si resta a contar le mosche proprio su un argomento che è “tipico” del Movimento 5 Stelle e nonostante in aula siano già stato votati numerosi ordini del giorno per impegnare in tale direzione l’Amministrazione Piccitto.
Il consiglio comunale di Vittoria, riunitosi ieri in seconda convocazione nella Sala Carfì, inizialmente presenti 22 consiglieri su 24, ha approvato i restanti articoli del regolamento sul Baratto amministrativo, cioè quelli dal 12 al 19. L’atto è stato, quindi, votato nella sua interezza ed è passato a maggioranza, con 22 sì e 2 no.
Proseguendo nella trattazione dell’ordine del giorno, che prevedeva il riconoscimento di sette debiti fuori bilancio, tutti per risarcimento danni da insidie stradali, il massimo consesso cittadino ne ha discusso uno, previsto al punto 2 dell’odg, approvandolo all’unanimità.
Subito dopo, su proposta del consigliere Alfredo Vinciguerra, la sessione è stata aggiornata, con voto unanime dei 17 consiglieri presenti, a giovedì 2 marzo 2017.
Il presidente Andrea Nicosia, a conclusione dei lavori, ha giudicato il regolamento sul Baratto amministrativo “un altro importante strumento al servizio della città ed un ennesimo impegno elettorale rispettato”.
“Ringrazio l’intero Consiglio – ha proseguito Nicosia – per quest’altro importante obiettivo raggiunto grazie all’operatività, alla fattività ed all’efficienza più volte dimostrata dal consesso stesso. Questo Regolamento costituisce un importante strumento al servizio della città. Ora i cittadini potranno, in modo semplice, partecipare alla vita della città potendo ottenere, per questo e per i servizi espletati nell’interesse della collettività, un’esenzione sui tributi locali. Un efficace strumento che va nella direzione dell’inclusione sociale e del coinvolgimento attivo dei cittadini alla vita della città. L’approvazione del regolamento sul Baratto amministrativo costituisce l’ennesima dimostrazione del rispetto del programma su cui abbiamo chiesto fiducia alla città. Ora occorre lavorare per dare esecuzione al contenuto dello stesso. Informeremo i cittadini e solleciteremo gli uffici affinché predispongano tutti gli atti perché si possa partire al più presto”.
Intanto Partito Democratico e Nuove Idee, che hanno votato contro, hanno diffuso una nota in cui spiegano le proprie motivazioni contrarie. Parlano Fabio Nicosia e Sara Siggia: “Il decreto “Sblocca Italia”, varato dal Governo Renzi ha introdotto in Italia il baratto amministrativo che permette nei Comuni che lo adottano di non pagare le tasse comunali arretrate (IMU e TARI per esempio) dando in cambio il proprio lavoro. Con il regolamento si disciplinano le forme di collaborazione dei cittadini e associazioni con l’Amministrazione Comunale, per la cura il recupero e lo sviluppo dei beni comuni urbani. Il voto nostro voto finale è stato contrario a tale strumento che comprende, quindi , una serie di misure con cui il Comune consente agevolazioni fiscali ( fino a € 800 per soggetto ) in cambio di azioni che i beneficiari si impegnano a svolgere per la comunità, cosa che nonostante si presenti con l’ammaliante tesi di incoraggiare chi si impegna per la collettività, somiglia molto alle corvée feudali con soggetti deboli che si sottopongono a lavori extra per il creditore e, comunque, consente solo a pochi ( avvantaggiandoli rispetto alla gran parte nelle stesse condizioni, che verranno esclusi o non potranno partecipare) una diminuzione dell’obbligo solidale per eccellenza che è quello fiscale. E’ chiaro che il regolamento non rispetta il principio di equità nei confronti di tutti i cittadini. Abbiamo comunque partecipato attivamente alle sedute dedicate al regolamento formulando emendamenti che lo hanno modificato in alcune parti ( ricordiamo l’emendamento che ha cassato il comma che prevedeva l’assenza di condanne penali tra i requisiti dei partecipanti e la modifica alla griglia di valutazione grazie alla quale verrà assegnato un punteggio raddoppiato per i nuclei familiari con componenti in possesso di certificazione handicap o in possesso di invalidità civile per grave stato di salute). Il Comune oltre a rinunciare all’incasso dei tributi, avrà anche costi per l’impegno profuso nel valutare amministrativamente e tecnicamente sia le tasse non pagate sia gli interventi da realizzare per compensarle e, a progetti approvati, per la sorveglianza, l’acquisto di mezzi e materiali e l’assicurazione per chi presterà il proprio servizio”.