LA COMMISSIONE TRASPARENZA

L’amministrazione Piccitto ha già chiarito nelle sedi opportune – e principalmente in Consiglio comunale, rispondendo in ben due sedute a due interrogazioni dell’opposizione – quello che c’era da chiarire sulla vicenda del servizio di gestione del canile comunale. Sarebbe bastato solo questo dato di fatto a considerare la Commissione Trasparenza convocata per questa mattina uno spreco: ma lo è stata a maggior ragione alla luce del fatto che la Commissione non è nemmeno riuscita ad entrare nel merito e si è limitata a temporeggiare su questioni di metodo e forma, prima di essere sciolta.

Siamo perfettamente consapevoli che si tratta di un tema complesso e controverso, su cui noi per primi sosteniamo la necessità di mantenere sempre la massima chiarezza: vogliamo infatti non solo che sia fatta piena luce sulla gestione del passato, ma anche che nessuno possa avere motivo di sollevare dubbi sulla linearità e la correttezza della gestione presente e futura.  

Per questo, stamattina ci eravamo presentati, ben disponibili a collaborare con i colleghi dell’opposizione per raggiungere un obiettivo – come quello, appunto, della “trasparenza” – che riteniamo non sia una loro prerogativa quanto piuttosto un dovere di tutti coloro che svolgono questo servizio su mandato dei cittadini.

Ma quella che si è registrata stamattina è stata una pura e semplice perdita di tempo, aggravata dall’improvvisa assenza di commissari che, pur risultando presenti all’insediamento della seduta, si sono poi allontanati (e tra loro il primo firmatario della richiesta di convocazione, Mirabella, e Morando, che era pure tra i firmatari).

Al di là della questione specifica che riguarda il canile comunale, dunque, ci sembra che le recenti vicende che hanno caratterizzato i lavori – o presunti tali – della Commissione Trasparenza, rendano obbligatoria qualche considerazione. Questo strumento potrebbe essere tra più importanti in assoluto, garanzia per amministrati e amministratori della piena correttezza di ogni atto amministrativo. Tuttavia per poter essere tale, dovrebbe trovarsi in mani affidabili, capaci di gestirlo in modo responsabile e coscienzioso: non, dunque, come arma per condurre solo battaglie di opposizione, che dovrebbero svolgersi altrove, né tantomeno come un’occasione di guadagnare un gettone di presenza in più per qualche consigliere.

In tal modo la Commissione si riduce ad un organismo inutile e sprecone, circostanza che riteniamo avvilente tanto per l’istituzione quanto per i cittadini e il loro diritto sacrosanto alla “trasparenza”, quella vera.