Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano ha mutato le sue vesti abituali per ospitare la cerimonia finale del Samsung Young Design Award 2012, un concorso nato con l’intento di stimolare la creatività dei giovani designer italiani. Il 19 novembre scorso, nella suggestiva cornice del museo milanese, i 14 finalisti della VI edizione, selezionati tra i 250 partecipanti, hanno appreso il verdetto finale dei giurati, incaricati di valutare e votare i progetti realizzati.
L’edizione 2012 ha segnato il trionfo del giovane architetto e designer ragusano Vincenzo Occhipinti, che, con il suo progetto “Arianna”, è riuscito a convincere e affascinare docenti universitari, redattori di prestigio e designer di fama mondiale.
Sviluppando sapientemente il tema “Electronics for Urban Mobility, il vincitore del concorso ha saputo coniugare, in maniera innovativa e originale, attenzione al mondo dell’infanzia e riscoperta dell’ambiente urbano.
Il nome Arianna, di chiara derivazione mitologica, contiene in sé la sintesi del progetto stesso: un sistema pensato per agevolare e rendere sicura la mobilità pedonale dei bambini all’interno del labirinto urbano, facilitando, attraverso un impianto digitale, la socializzazione e la conoscenza del territorio. Si evince chiaramente dal titolo la volontà di stabilire una connessione fra contemporaneità e cultura classica, fra la carovana di bambini, immaginata dal designer come elemento fondamentale di aggregazione e sicurezza e il celebre filo di Arianna, con il quale l’eroina aiutò il greco Teseo ad uscire dal labirinto del Minotauro.
Già in occasione del Samsung Young Design Award 2007, Vincenzo Occhipinti aveva presentato un progetto dal titolo “Demetra”, con evidente richiamo alla figura mitologica della dea protettrice dell’agricoltura. Anche in questa circostanza non avrebbe potuto scegliere nome più appropriato: “Demetra” è un “bastone” da utilizzare durante le passeggiate nel proprio giardino, pensato per controllare la salute del terreno e, contemporaneamente, i consumi di acqua, evitando movimenti faticosi per i più anziani.
Con “Arianna” il giovane designer conferma la sua mirabile creatività e un solido substrato culturale, capaci di trasformare l’idea di un prodotto di design in un raffinato progetto a tutto tondo. Intervistato da Giorgia Surina, madrina e presentatrice dell’evento, Vincenzo Occhipinti ha esposto in sintesi le finalità di “Arianna” ed è stato successivamente premiato dal Presidente e Ceo di Samsung Electronics Europe Mr. SP Kim con il Gold Award.
Il direttore di Wired, Carlo Antonelli, ha raggiunto sul palco il vincitore per spiegare le ragioni che hanno decretato la vittoria del progetto.
“Arianna ha due caratteristiche fondamentali” -dice Antonelli- “ la prima è che coglie una tendenza in atto: quella del ritorno a vivere la città camminando. Dopo anni di motorizzazione, c’è, in tutte le città del mondo, la forte necessità di ricalcare letteralmente le strade e riscoprirle. Questo è essenziale per un concorso di mobilità e sostenibilità. Un secondo aspetto, che ci è piaciuto molto , al di là del particolare interesse per l’infanzia che deve essere sempre coccolata, è la possibilità di tracciare delle narrazioni all’interno dello spazio urbano e, di conseguenza, la capacità di ricollegare relazioni e luoghi”.
L’evento organizzato da Samsung si è concluso con l’inaugurazione di un’esposizione temporanea, pensata per rendere concreti e tangibili alcuni dei progetti finalisti. La “corda digitale”, ideata da Vincenzo Occhipinti come strumento fondamentale e costitutivo di “Arianna”, apre la sequenza dei prototipi realizzati per l’occasione dall’azienda coreana, in mostra al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia fino al 29 novembre prossimo.
In un clima di giubilo ed emozione, abbiamo incontrato il vincitore del concorso per una breve intervista.
Ha da poco ultimato il percorso di Laurea in Architettura, ma già da anni possiede la qualifica di Designer. Come ha gestito la convivenza di queste due anime creative? È possibile parlare di sintesi perfetta?
Sono fermamente convinto che le due figure professionali abbiano la stessa mission, ovvero l’ossessiva ricerca della qualità nel progetto. La mia doppia formazione mi ha sicuramente aiutato a gestire il tema della mobilità urbana e, di conseguenza, le due scale di riferimento: la città e i suoi mutamenti e l’interazione con essa da parte dei più piccoli.
La sua tenacia è evidente. Vincitore del Bronze Award nel 2007, quest’anno ci riprova e ottiene il Gold Award. Che cosa rappresenta per lei questa vittoria? Cosa cambierà da oggi nella sua vita professionale?
Credo, al di là della vittoria, che il concorso sia stato soprattutto un momento di arricchimento professionale. La struttura in due fasi, i workshop prima con il tutor, il designer Fabio Diliberto, poi con la giuria, mi ha permesso di raffinare sempre di più il concept di progetto. Non ci saranno grossi cambiamenti radicali nella mia vita professionale, ma sono sicuro che il concorso contribuirà ad una “sana” evoluzione delle mie prospettive. Ovviamente io starò sempre al servizio della qualità!
Da cosa nasce “Arianna”. Quale è stato l’input che ha scatenato la sua creatività?
Non mi piace vedere la creazione di un progetto data da input o idee improvvise, credo sia, invece, un’attenta fase di ricerca, dove ogni singolo particolare viene analizzato nel dettaglio. Poi, sicuramente, la qualità di un progetto è determinata dal tenore delle domande che uno si pone.
“Arianna” promuove la riscoperta dei quartieri urbani camminando, il tutto applicato al mondo dell’infanzia. Crede sia possibile pensare ad un progetto simile che metta anche gli adulti nella condizione di riscoprire gli angoli della città? Come mai ha subito focalizzato l’attenzione sui bambini?
I protagonisti del progetto “Arianna” sono sicuramente i bambini, ma l’impatto di un progetto simile sulla città riguarda la conquista da parte di tutti degli spazi urbani. Genitori, bambini, commercianti, professionisti, istituzioni, associazioni, tutta l’utenza di un quartiere è coinvolta nel progetto “Arianna”.
L’infanzia è il tema centrale perché è il problema più evidente.
Da un’analisi, condotta precedentemente presso la facoltà di Architettura, sulla condizione della città contemporanea e dallo scambio di opinione con alcune associazioni milanesi attente al sociale, ho constatato come i grandi assenti dello scenario urbano fossero i bambini e come questo poi determinasse altre problematiche. Rispetto a trent’anni fa i bambini hanno perso consapevolezza e autonomia in città. Basta ricordare che prima si giocava addirittura per strada.
Arianna e Demetra: due personaggi mitologici per qualificare due progetti di design, uno del 2007, l’altro del 2012. Che valore attribuisce oggi alla mitologia e al mondo classico?
Il nome di un progetto non dovrebbe essere mai banale, anche quello è per me un progetto. Perché oltre al valore comunicativo, il nome deve contenere anche la morale e perciò un messaggio che permanga e ne delinei i caratteri distintivi.
La cultura classica, un grande bacino di valori, è preziosissima per quanti immaginano un futuro migliore attraverso la loro professione. Sono sicuro contenga in sè tutte le risposte alle domande dell’uomo contemporaneo, basta saperla studiare!
Da qualche mese ha deciso di ritornare a Ragusa per svolgere la sua attività professionale e mettere la sua creatività al servizio della città. Proprio in occasione della cerimonia conclusiva del concorso, il designer Chris Bangle è intervenuto, esortando i giovani a lavorare in quei luoghi in cui la maggior parte ha paura di farlo. Utilizzando un linguaggio biblico, ha dichiarato di considerare più auspicabile un’attività dura all’Inferno piuttosto che un lavoro semplice e agevole in Paradiso. Quanto ritiene condivisibile questa posizione?
La ritengo molto attuale e perfettamente in linea con quello che penso. Al giorno d’oggi, anche se la provincia italiana è vista dai più come luogo privo di opportunità, credo invece sia terreno fertile per le idee e per un lavoro di qualità. Paradossalmente se la provincia fosse riconquistata e non abbandonata, costituirebbe un punto di partenza per rilanciare l’economia nazionale.
“Arianna” e Ragusa: ritiene possibile realizzare un progetto così coraggioso in un contesto urbano come quello ragusano? Crede che i ragusani, siano essi adulti o bambini, abbiano una reale percezione degli spazi che utilizzano?
Credo che Ragusa stia perdendo i ragusani e questo è dovuto al processo di svuotamento del nostro centro storico e al massiccio uso del mezzo privato per gli spostamenti nei nostri quartieri. Di conseguenza, effetto diffuso è la perdita di consapevolezza degli spazi della nostra città. Ovviamente sarebbe impensabile una riprogettazione radicale a livello urbanistico.
Arianna è un progetto applicabile ovviamente con una buona dose di tecnologia e perciò supportato da una grande azienda come Samsung . Ma il suo spirito e il messaggio che porta potrebbero essere applicati a qualsiasi condizione urbana.
Spesso si fa poca attenzione nelle città al valore che hanno i marciapiedi. Sono un elemento importantissimo per la qualità della vita urbana, perché rappresentano un filtro tra la nostra vita privata e la nostra vita pubblica, e, per questo, un’attenzione maggiore verso questi spazi gioverebbe sicuramente.