LA CRISI SI ABBATTE ANCHE SUL SETTORE CEMENTIERO

Come è probabilmente noto a molti lettori in provincia di Ragusa esistono due cementifici, uno a Ragusa e uno a Pozzallo. Purtroppo i lavoratori di entrambi i siti produttivi non sono stati immuni alle misure necessarie per il mantenimento dei livelli occupazionali del comparto. L’azienda proprietaria delle due fabbriche ha, infatti, attuato una serie di manovre atte principalmente a tutelare il numero di unità produttive riducendo, nei limiti del possibile, i disagi provocati dall’uso prolungato degli ammortizzatori sociali.

Gran parte dei dipendenti dello stabilimento ragusano, nello scorso semestre e alla luce di questi eventi, hanno accusato le segreterie confederali di categoria, relative a CGIL, CISL e UIL, di scarsa competenza e incisività. Infatti, dal punto di vista di una buona percentuale di operai e impiegati della fabbrica ragusana, non è stato dato luogo a nessuna delle richieste dei lavoratori e non ci sono stati interventi adeguati sul metodo e sul merito nei periodi di cassa integrazione e sulla fruizione delle ferie residue. L’unico risultato utile è stato quello di inficiare la propositiva spinta aziendale con maldestre operazioni di scarsa efficacia e di dubbia utilità. Assemblee infuocate, drastica riduzione dei tesserati in CGIL, CISL e UIL, e infine la rinuncia al voto da parte di moltissimi aventi diritto, tanto da non raggiungere il quorum necessario all’elezione dei Rappresentanti Unitari dei Lavoratori, hanno portato alla costituzione di una nuova confederazione all’interno della I.S.A (Intesa Sindacato Autonomo).

La richiesta della stragrande maggioranza dei lavoratori (circa il sessanta per cento), che hanno dato vita a una raccolta di firme, è quella di indire nuove elezioni, alle quali stavolta parteciperà anche il sindacato autonomo. Richiesta recepita solo dalla ISA che, invano, ha cercato di coinvolgere le tre segreterie confederali. Difatti finora CGIL, CISL e UIL hanno fatto orecchio da mercante arroccandosi in posizioni che vanno dall’indifferenza passiva alla reticenza attiva, curando gli orticelli attigui alle ormai esigue file dei propri iscritti.

A fronte di un nuovo anno che, nel migliore degli scenari possibili, si prefigura molto simile ai precedenti, la maggioranza dei dipendenti del cementificio di Ragusa e la segreteria della ISA sono incredule di fronte a questi atteggiamenti. In un momento nel quale il sindacato nazionale dovrebbe rafforzare se stesso, forte dell’enorme richiesta di tutela dei diritti e di competenze specifiche nel campo della trattativa, quest’ultimo gioca a fare la prima donna, ignorando e screditando quelli che, di fatto, sono i nuovi legittimi partner con i quali avviare un confronto costruttivo.

 Il messaggio da parte dei lavoratori, iscritti e simpatizzanti dell’ISA, è comunque forte e chiaro: la tutela dei diritti dei lavoratori, il dialogo con le aziende e il coinvolgimento diretto, poiché lavoratori e non sindacalisti stipendiati, sono le nostre prerogative. Il percorso segnato da un contesto socio-economico negativo non può che rafforzare gli intenti e le azioni intraprese per affrontare ciò che l’intero contesto ibleo ci chiede. Con o senza segreterie confederali.