LA CROAZIA DUE ANIME PER IL VINO

Per molto tempo l’Europa dell’Est è stata ignorata dalla critica vitivinicola internazionale. L’economia d’impronta socialista, che ha caratterizzato per oltre un quarantennio questa zona, oltre a basarsi sull’autoconsumo, per cui raramente venivano esportati generi alimentari finiti, prestava poca attenzione al livello qualitativo del prodotto, ancora meno se si trattava di un prodotto di lusso, come era considerato il vino. Ma le regioni che avevano subito la dominazione dell’Impero Romano, percepivano il vino come un prodotto abituale e assolutamente non come un prodotto di lusso. Particolarmente influenzata dalla cultura del vino è la Croazia, che conta con una antica coltura di questo prodotto. Ovviamente la storia del paese ha influenzato nel bene e nel male la produzione vitivinicola, che al momento dell’indipendenza, nel 1991, si è trovata in una situazione di particolare arretratezza nel campo vitivinicolo. Mentre ovunque in Europa Occidentale il vino di qualità era una realtà oppure si percepiva come frutto di una diversa mentalità produttiva, in Croazia soltanto recentemente si sta lavorando, per mettersi alla pari con il resto della produzione vitivinicola europea.

Data la particolare forma del paese, si possono dividere le zone vitivinicole in due blocchi: la zona della costa, che parte dall’Istria e arriva a Dubrovnik, e la zona interna verso l’Ungheria. Gli ettari vitati in Croazia, però, non sono molti e, pur tenendo conto del fatto che  il paese è più piccolo dell’Italia, la sua produzione è di molto minore rispetto al nostro paese, anche facendo le debite proporzioni.

I vini croati più interessanti vengono, al momento, dalla zona costiera. Questi contano dell’apporto variegato del terreno: suoli calcarei, sabbiosi e soprattutto la cosiddetta Terra rossa, fanno sì che i risultati ottenuti siano particolarmente incoraggianti e supportati anche dai prezzi decisamente bassi.

A gradi linee l’interno è più vocato al vino bianco, mentre la zona costiera è più vocata al vino rosso. Proprio nella zona costiera viene coltivato un vitigno, che sta molto a cuore alla Puglia. Si tratta del primitivo, come è conosciuto in Italia, o meglio dello zinfandel, come è più noto all’estero. Sembrerebbe che questo vitigno sia arrivato in Puglia proprio dalla Croazia. Qual si voglia sia l’origine del primitivo, una cosa è certa: il primitivo pugliese, soprattutto quello di Manduria, e il primitivo croato sono abbastanza diversi, tanto che soltanto le analisi di laboratorio hanno confermato che si trattava dello stesso vitigno. Il motivo principale della differenza è ovviamente da reputare alle diverse condizioni climatiche e territoriali. Sicuramente di maggiore corpo, struttura e personalità è quello pugliese di Manduria, ma certamente è più elegante e sottile è quello croato.

Recentemente stanno trovando ampio consenso, tra i consumatori più curiosi, i vini bianchi croati. Essi sono molto simili, sia per i vitigni coltivati, sia per la vicinanza, ai vini bianchi friulani. Proprio come questi ultimi, spesso i vini bianchi croati presentano problemi di maturazione dell’acino. Problemi, che però, come in Friuli, vengono ricercati apposta dai produttori. Il caso più emblematico riguarda il sauvignon, a cui purtroppo una critica permissiva e poco coraggiosa ha ormai abbinato come tipico l’odore di foglia di pomodoro o di peperone verde appena tagliato. Queste sensazioni verdi, che godono del favore di moltissimi consumatori, sono frutto di una maturazione incompleta dell’uva. In pratica le condizioni climatiche non sono ideali per permettere una maturazione completa dell’acino. Il sauvignon in particolare tende ad esasperare così tanto le sensazioni di verde (peperone e foglia di pomodoro), che queste vengono ritenute ormai come carattere aromatico tipico del vitigno. Niente di più falso. Il sauvignon non è assolutamente un’uva aromatica; semmai, in certe condizioni di sovramaturazione, si possono percepire sensazioni di frutta esotica, come frutto della passione e non sensazioni di verde, che sono soltanto il frutto di un difetto di maturazione.