La Diocesi di Ragusa ricorda monsignor Francesco Pennisi

Si sono celebrate stamani presso la Cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa, le Solenni Lodi per i Pontificali in occasione del 50° anniversario del Pio Transito del Vescovo Monsignor Francesco Pennisi. Durante la cerimonia, il Vescovo Monsignor Giuseppe La Placa ha presieduto il rito sacro e ha ufficialmente insediato il nuovo Canonico, don Franco Boncoraglio.

Alla celebrazione hanno partecipato i Canonici del Capitolo della Cattedrale, il Clero, i Religiosi, le Religiose e i Fedeli. La funzione è stata un momento di grande raccoglimento e spiritualità per la comunità, culminata con un omaggio floreale alla tomba di Monsignor Pennisi, in ricordo della sua opera e del suo servizio pastorale.

Chi era Monsignor Pennisi

La figura di Monsignor Francesco Pennisi è strettamente legata alle origini della Diocesi di Ragusa. Pennisi ha guidato i primi passi della diocesi come vescovo ausiliare dal 6 maggio 1950, quando, con la bolla Ad Dominicum Gregem, la Diocesi di Ragusa fu eretta come suffraganea della Chiesa metropolitana di Siracusa e unita aeque principaliter a quest’ultima, sotto la supervisione dell’arcivescovo Monsignor Ettore Baranzini. Successivamente, il 1° ottobre 1955, con la bolla Quamquam est, la Santa Sede sancì l’indipendenza della Diocesi di Ragusa da Siracusa, nominando Pennisi come vescovo titolare.

Fino al 1974, Monsignor Pennisi fu una guida illuminata per la giovane diocesi, contribuendo significativamente alla sua strutturazione e apertura al rinnovamento introdotto dal Concilio Vaticano II, cui partecipò attivamente presenziando in tutte le sessioni. Molte delle sue realizzazioni sono ancora oggi vive e rappresentano un punto di riferimento per la vita ecclesiale e sociale della comunità di Ragusa.

In occasione del 50° anniversario del pio transito di Monsignor Francesco Pennisi, la Diocesi di Ragusa lo ricorda come “un vescovo con il cuore di poeta”. Inoltre, ha onorato la memoria di Pennisi intitolandogli la biblioteca diocesana, che ospita oltre 35.000 volumi, come riconoscimento del suo contributo duraturo alla cultura e alla spiritualità della comunità.

Foto: Salvo Bracchitta

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