LA DISOCCUPAZIONE STA DILANIANDO L’INTERO PAESE

Premetto che condivido in pieno quanto dichiarato dal Presidente della Sosvi, Giovanni Iacono, in merito al dramma della disoccupazione che sta dilaniando l’intero paese e di conseguenza, anche la nostra città: siamo dinanzi ad un tasso di disoccupazione che sfiora il 30% della popolazione giovane e meno giovane, percentuale gravissima in cui il meridione ha la spiacevole prerogativa di innalzare la media nazionale. Dinanzi ad un Governo che taglia e inghiotte posti di lavoro passati, presenti ma anche futuri, non esiste una prerogativa di alcuno che riesca a concepire una progettualità a media e lunga scadenza, di investimento sulle politiche del lavoro, della scuola e della ricerca, sul rilancio di un’economia che possa dare una minima speranza ai giovani e alle loro famiglie che rappresentano, oggi, l’unico vero ammortizzatore sociale. La nostra provincia non è immune da questa drammatica realtà: basti pensare che in soli due anni abbiamo assistito a oltre 700 persone che hanno perso il lavoro, solo nel mondo della scuola.

E’ arrivato il momento in cui la classe politica e amministrativa, dirigente e di categoria, inizi a sviluppare politiche serie di occupazione. Produrre lavoro però, vuol dire mettere in atto politiche nel rispetto dei lavoratori e della legalità e non approfittare, per i propri utili, della necessità che la gente ha di lavorare: sento l’obbligo morale, dunque, di denunciare mediaticamente e con forza, un fatto grave che si sta consumando nella nostra città e di cui, chissà perché, nessuno parla e mi riferisco ai famosi “tirocini formativi” finanziati dalla Regione alle ditte, imprese o aziende (per esempio i supermercati) che ne fanno richiesta. A dire il vero, è un fatto che ho già denunciato più volte nelle sedi Istituzionali, quali il Consiglio Comunale ed in varie Commissioni Consiliari, per ultimo nella Commissione Sviluppo del 29 0tt0bre in cui era presente l’Ing. Enzo Taverniti, rappresentante di Confindustria, che non mi è sembrato sorpreso dall’argomento e ha addirittura chiesto scusa per le aziende coinvolte, dimostrando una grande onestà intellettuale. Mi spiego meglio. I Tirocini formativi, sono istituiti e regolati dalla legge n.196 del 24.06.1997 che parla di interventi a favore di giovani inoccupati del Mezzogiorno e quindi nell’ambito di un piano straordinario di lavoro, ripartisce dei fondi alle Regioni sottosviluppate (fra cui la Sicilia), le regioni quindi mettono a bando i progetti di lavoro alle aziende; le aziende partecipano e si vedono stanziati dei finanziamenti per un certo numero di “tirocini formativi”, nella misura di E. 500,00 mensili a tirocinante per 4 ore giornaliere e per la durata di sei mesi.

Dopo di che l’Azienda “dovrebbe ” assumere il lavoratore già formato a spese della regione. Invece l’azienda “sfrutta” il giovane tirocinante per 8 ore al giorno, pagandogli sempre. E. 500,00 al mese e, finito il periodo di formazione dei 6 mesi, gli recapita una regolare nota con cui lo avvisa che “lo stesso non ha superato il periodo di prova” (che prova non era, in quanto il lavoratore è stato solo formato a spese della regione) e quindi lo licenzia. Per poi procedere con un altro tirocinante, sfruttato per altre 8 ore al giorno per € 500,00 mensili e quindi essere licenziato. In questo modo, l’azienda paga e si mantiene il proprio personale per anni interi, a spese della Regione e senza assumere alcuna persona, abbondantemente “formata”. Di per se, il provvedimento dei “tirocini formativi” è importante perché rientra proprio in un quadro di politiche attive del lavoro nel mezzogiorno; ma evidentemente alcune aziende Ragusane che hanno avuto la “fortuna ” di accedere ai finanziamenti, hanno travisato totalmente la ratio della normativa. Ritengo che tutto ciò sia eticamente insostenibile, una forma esplicita ed elegante di un nuovo “lavoro in nero” legittimato dalle norme e che va immediatamente combattuto e su cui bisogna far chiarezza, a cominciare da una “certa classe politica”, che ritengo complice di una situazione così grave perché se da un lato serve ad aumentare il loro interesse clientelare e di consensi, dall’altro non solo lottizza quel pò di lavoro che c’è a Ragusa, ma sopratutto mortifica le aspettative di tanti giovani che pensano di aver trovato una occupazione e toglie dignità al lavoro e quindi ai lavoratori “sfruttati e sottopagati”.(r.b.)