Non ha destato eccessiva sorpresa l’impugnativa, da parte del Commissario dello Stato per la Regione Sicilia, che ha cassato ben 21 articoli e un allegato di spesa della finanziaria regionale approvata dal governo Crocetta nella notte fra il 30 aprile e il primo maggio scorsi, in extremis per evitare il commissariamento.
Come recita l’impugnativa, danno adito a censure di ordine costituzionale le disposizioni degli articoli 8, 13, 15, 16, 25, 28, 40, 46, 49, 55, 56, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 69, 71, 74, allegato 1, relativo all’art. 72, limitatamente ai capitoli 320013, 320014 e 320015 del disegno di legge n. 69 dal titolo “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2013. Legge di stabilità regionale”, approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana.
Da più parti si sono levate critiche all’indirizzo del governo regionale, ma occorre riferire che, in una nota, l’assessore al Bilancio Bianchi non si mostra eccessivamente preoccupato: “Accolgo le censure del Commissario con estrema serenità, perché è fatta salva la tenuta complessiva della manovra finanziaria per cui, In soli cinque mesi, abbiamo messo predisposto un bilancio regionale vero e trasparente, che ha retto bene, coprendo 2,3 miliardi di risorse mancanti, facendoci carico del “buco” 2012, con un’operazione limpida sul lato delle entrate e una profonda riqualificazione della spesa.
Il ricorso del Commissario dello Stato colpisce per la verità soprattutto le norme di iniziativa parlamentare. Al di là di quelle (come la Tabella H) su cui sono già note le mie critiche, mi pare che in qualche caso si spinga a limitare eccessivamente le prerogative dell’Assemblea Regionale, che ha in larga misura condiviso il percorso di risanamento del Bilancio regionale portato avanti dal governo.
Se sarà necessario, ritorneremo tempestivamente su alcune materie con interventi normativi. Altre misure perse per via, rientreranno nel piano per lo sviluppo che definiremo già nelle prossime settimane con le parti economiche e sociali”.
La sintesi è che non c’è più un soldo a disposizione e si deve mettere mano ad una nuova iniziativa legislativa, anche perché nella famosa Tabella H, l’allegato di spesa cassato, ci sono istituzioni a cui non si può fare mancare l’indispensabile contributo, non si tratta solo di associazioni culturali e simili.
Occorrerà provvedere per un disegno di legge che, secondo le ultime indiscrezioni, decreterà di usare intanto circa nove milioni accantonati nei cosiddetti ‘fondi globali’, le risorse da utilizzare per future iniziative legislative nell’anno finanziario. Ma per l’intera copertura di 24 milioni di euro della Tabella H occorrerà procedere ad un piano di selezione e contenimento della spesa che, inevitabilmente, scatenerà polemiche e, comunque, critiche aspre.
In merito, come si apprende sfogliando l’impugnativa, sono mossi rilievi di carattere costituzionale in quanto “a fronte di una legislazione ordinaria e di principio che prevede l’ammissione a contributi pubblici di tutti i soggetti pubblici e privati su un piano di parità per il mantenimento e l’esercizio di attività di rilevante interesse culturale e sociale fruibili dalla collettività, l’Assemblea regionale interviene con un provvedimento ad hoc destinato esclusivamente a determinate istituzioni. Si sarebbe dovuto provvedere mediante una esaustiva istruttoria amministrativa operata, dalla competente Commissione legislativa, prima dell’adozione della legge, dalla cui conclusione potesse emergere una obiettiva diversità di condizioni che giustificasse la scelta operata dal legislatore”.
Di diverso tipo le reazioni dei politici, contenti Legambiente e i grillini, i democratici concordano sui criteri selettivi da adottare per la tabella H, critici alcuni parlamentari che vedono nella scure del Commissario una lesione e un attentato all’Autonomia della Regione, severo il giudizio dei sindacati che evidenziano lo stato di affanno del governo Crocetta.
Tra le norme impugnate l’articolo 16, che dava facoltà alle isole minori siciliane di introdurre un ticket turistico fino a 5 euro, contestato perché la Regione può legiferare in tema di tributi ma non può autorizzare gli enti locali a istituire i tributi stessi.
Bloccato anche l’articolo 13 sulle royalties, che in particolare prevedeva l’incremento, retroattivo, del 20% per la produzione di idrocarburi liquidi e gassosi ottenuti nel territorio della Regione. Erano stati i Cinque stelle a presentare un emendamento all’articolo 13 per “disincentivare il saccheggio della Sicilia che passa anche per le acque e gli idrocarburi”.
Nel mirino anche l’articolo 15, che, fra enormi critiche e il disappunto dello stesso Crocetta, sponsorizzato in maniera bipartisan dai deputati messinesi, prevedeva lo stanziamento di 600 mila euro per affrontare il problema del traffico nella città dello stretto, con l’assunzione di settecento vigili urbani.
Tra i settori più colpiti la cultura, no all’art 69 riguardante la quota degli appalti da destinare alle opere d’arte mediante il versamento di una percentuale fra lo 0,5 ed il 25 per l’acquisto o realizzazione di opere d’arte per l’abbellimento dell’edificio.
Ma più pesante l’intervento contro la tabella H che destinava i 24 milioni già citati a 135 enti ed associazioni: come era stato evidenziato, anche per una analoga Tabella istituita nel Lazio e censurata dal TAR, non si possono assegnare contributi per legge. Il Parlamento può assegnare una somma ad uno scopo e poi l’elenco dei soggetti che vi accedono va redatto per via amministrativa, con una selezione i cui criteri devono essere stabiliti per legge.
Fra le norme della finanziaria bocciate, possono riguardare da vicino anche enti o lavoratori della nostra provincia l’abolizione di un articolo, il 25, che riformava il settore dei lavoratori forestali, ancora l’articolo 40 che riguardava la disciplina per la proroga dei contratti a termine nei consorzi di bonifica. Più volte scaduti e più volte rinnovati, una ennesima deroga, secondo il commissario, costituisce una chiara elusione del principio del pubblico concorso, per cui aleggia il pericolo del licenziamento per i lavoratori interessati.
Bocciata anche la moratoria dei debiti delle piccole e medie imprese con le esattorie, salta anche L’articolo 62, che prevedeva incentivi per l’imprenditoria giovanile e femminile.
Bocciato anche l’articolo che prevedeva un contributo di circa 1.200 euro ai titolari di licenza taxi.
Il Commissario dello Stato ha anche bocciato gli incentivi per la ricomposizione fondiaria, previsti all’articolo 65 della Finanziaria, come pure la norma, prevista dall’articolo 66, che prevedeva l’estensione dei beneficiari, tra le cooperative agricole, di alcune provvidenze statali.