LA “FORZA” DEI DEBOLI, UNA LUCE NELLA NOTTE

Santa Lucia testimonia che anche ai deboli è data una forza che rende veramente saldi: la forza della fede, la forza della purezza e dell’amore vero. Lo ha ricordato don Franco Cataldi nell’omelia della messa celebrata a Crisci ranni nella memoria della popolare santa siciliana, sottolineando come la gioia resta possibile – pur tra le prove della vita – se ci si affida a Dio. Come ha fatto Lucia resistendo alla prepotenze del fidanzato tanto che, secondo il racconto, quando volevano condurla nel postribolo non riuscirono a smuoverla neppure con la forza di un carro trainato dai buoi. Alla memoria della santa sono stati associati il ricordo di persone amiche che ora sono in cielo, ma che hanno lasciato belle tracce di luce: Alessandro (morto giovane di un male incurabile e accompagnato con grande affetto dalla famiglia affidataria), testimone della semplicità evangelica; la signora Maria Covato, donna mite e generosa, catechista, ministro della santa comunione, responsabile Caritas, che ha testimoniato la beatitudine degli operatori di pace; il prof. Emanuele Migliore, anch’egli persona buona e saggia, educatore stimatissimo da tante generazioni di giovani. Tre amici tra tanti sulla terra o in cielo, tre come tre sono state “lanterne volanti” che sono state accese alla fine della festa e che sono volate in alto tra lo sguardo stupito dei bambini e quello attento degli adulti, dopo che si erano accese nel buio tante piccole luci a ricordaci come ognuno di noi può esserlo nella piccolezza, senza grandi cose, ma vivendo ogni giornata con impegno, amore, fede, speranza. La forza dei deboli, potremmo dire, diventa un disegno di luci nella notte che ci permette di attraversare i momenti difficili con la consapevolezza di un fine grande. Ed ora – dopo le feste di San Francesco, San Martino e Santa Lucia – a Crisci ranni si prepara il Natale con un ulteriore momento, la sera di venerdì 20 dicembre, che aiuterà ancora a rendere visibile la chiamata ad abitare la città ritrovandone significativi profondi. Convalidati, però, i significati dalla vita di ogni giorno: dai piccoli successi scolastici, raggiunti grazie all’affetto dei volontari che così favoriscono l’apprendimento, allo sport ormai contrassegnato da regole, dal clima festoso e semplice con cui ci si incontra allo sforzo continuo di curare un’area che una volta era degradata, dai laboratori espressivi ai tanti gesti di affetto e attenzione verso tutti. E viene da pensare a come tutto si è costruito nel tempo, e così dove c’erano degrado ora c’è armonia. Come scrive papa Francesco nella “Evangelii gaudium” si diventa popolo solo con processi lunghi e corali. A Crisci ranni si sta seminando qualcosa che piano piano fiorisce in una socialità che nel quotidiano si rafforza e nella festa si celebra. Sempre più pensando – è il tema di quest’anno che sarà trattato anche con le scuole – a “com’è grande e bella la città”, senza mai dimenticare che “siamo noi la città!”. Potremmo dire, in tempo natalizio, un presepe vivente per tutto l’anno e perché tutta la città lo diventi nel tempo, continuamente riscoprendo, nutrendo e coltivando la propria “anima”.

 

 

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