LA GLOBALIZZAZIONE

Alla fine del Novecento si è sviluppato,  un processo per cui la storia umana ha assunto una dimensione “planetaria”,questo fenomeno è stato denominato globalizzazione per l’estendersi della rete di rapporti e comunicazioni fra aree geografiche diverse;La globalizzazione si definisce, infatti, un insieme di fenomeni di elevata intensità e rapidità su scala mondiale, in campo economico, sociale, culturale e ideologico.

Attraverso le frontiere degli Stati, che non presentano più una barriera, circolano continuamente e rapidamente merci, denaro, persona. Essi sono agevolati dall’evoluzione tecnologica, soprattutto nell’informatica, dall’uso generalizzato dell’inglese come lingua della comunicazione, dallo sviluppo dei media.

Le vicende e i fenomeni che accadono nelle parti più lontane del pianeta si intrecciano, così, sempre di più con quelli di “casa nostra”. La globalizzazione ha portato vantaggi all’economia, ha stimolato la circolazione delle tecnologie, ha migliorato le condizioni di salute e creato una società civile più attiva. Le economie mondiali sembrano interconnesse, i mercanti borsistici strettamente collegati, le aziende, non solo quelle multinazionali, ma anche le medie e piccole aziende, sono in grado di dislocare la produzione fuori dai confini nazionali, la dove è più conveniente. In tutti i continenti della Terra si consumano  gli stessi prodotti, si proiettano gli stessi film,si beve Coca-Cola, si connette alla grande rete mondiale, Internet. La globalizzazione è stata finora considerata da molti come un processo di diffusione del benessere, ma nonostante il processo capillare nei Paesi più poveri, le condizioni di vita sono precarie mancano la possibilità di soddisfare i bisogni primari ed inoltre questi paesi continuano ad essere tenuti lontani dalle decisioni politiche ed economiche più importanti. Il problema, infatti, non è l’esistenza della globalizzazione, ma come questa viene gestita, in primo luogo dalle istituzioni economiche internazionali che ne stabiliscono le regole e che troppo spesso hanno fatto solo gli interessi dei paesi ricchi. La globalizzazione potrebbe essere  un processo positivo anche per la diffusione della democrazia e il miglioramento della qualità della vita e di tutte quelle persone che sono state tagliate fuori inizialmente.

Anche all’interno di organismi internazionali come  G8, organismo che  si riunisce periodicamente per fare il punto della situazione internazionale o per discutere specifici problemi vi fanno parte solo le potenze industriali del mondo,  . Attualmente sono ammessi a questo “club” gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, il Giappone, la Russia, l’Italia. Ora che la situazione mondiale si è aggravata, aumentano le responsabilità del G8 che nell’ultimo incontro ha discusso della crisi economica mondiale, della lotta al terrorismo internazionale, degli aspetti sociali della globalizzazione con particolare riferimento ai problemi dell’Africa. 

Purtroppo, però, ancora troppe differenze esistono fra la parte del mondo che gode dei benefici della globalizzazione e la parte che ne è stata appena sfiorata, o ne resta tuttora esclusa. Inoltre la “rivoluzione” globale non ha fatto ancora nascere quell’armoniosa e felice “società mondiale”, dove culture e civiltà diverse si incontrano e collaborano. Al contrario,emergono e si sviluppano nuove forme di conflitto a causa del nazionalismo, dell’odio etnico o religioso. Per questo  la globalizzazione ha molti oppositori: movimenti e associazioni che lottano perché essa sia più equa, legata a valori universali come i diritti umani, la pace, la difesa dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, il superamento dell’individualismo e del consumismo.

Dall’idea che mi sono fatta, la globalizzazione potrebbe essere considerata la panacea di tutti i mali  ma , non è tutto oro quello che luce e il divario tra i ricchi e poveri si sta ampliando sempre più. Credo che tocca a noi paesi cosiddetti ricchi trovare la strada  per rimediare ai soprusi perpetrati  a danno dei paesi poveri nei secoli e fare in modo che  l’economia diventi un mezzo, mentre l’uomo,il fine.

 

Articolo redatto da  SILVIA IENNA 1 AT

Istituto Tecnico Commerciale Statale” G. Garibaldi” – Marsala

Docente referente: prof.ssa Teresa Titone