LA METROPOLITANA DI RAGUSA: UNA INFRASTRUTTURA CHE NON PUÒ PIÙ ASPETTARE

 

Il cartello con la scritta “Colajanni” sotto il logo “Metrofer Ragusa” campeggiava nella fermata simbolica della metroferrovia in via Napoleone Colajanni, sabato 30, in occasione dell’inaugurazione provocatoria organizzata dalla CUB Trasporti e del Comitato per il Rilancio della ferrovia iblea. C’erano le tabelle con la “M” bianca su campo rosso; le planimetrie; lo schema dell’intero percorso, con le sue quindici fermate da Puntarazzi a Ragusa Ibla; c’era persino un  bidone dei rifiuti originale, e su un tavolo a lato, era visionabile lo studio di fattibilità del “Servizio metropolitano urbano FS della città di Ragusa” redatto nel 1995 dalle Ferrovie dello Stato e dal Comune di Ragusa.

Sono intervenute alcune decine di cittadini, in mezzo ai quali anche  esponenti di Territorio, di Legambiente, di Orizzonti e del Comitato di Base NO MUOS. Presenti anche l’ex presidente della Provinca Franco Antoci e l’assessore del comune Tasca, che segue da un po’ di tempo le questioni ferroviarie su delega del sindaco.

L’iniziativa si proponeva lo scopo di sostenere con forza l’attuazione di questa infrastruttura che la città attende da quasi vent’anni e sulla quale ancora si brancola nel buio, mentre in questo lungo periodo sono andati perduti i vari finanziamenti, a causa della mancata predisposizione del progetto definitivo. Tutte le amministrazioni succedutesi dal 1995 ad oggi, ed anche tutte le forze politiche che sono state all’opposizione dovrebbero spiegare ai cittadini come mai un progetto così “banale” non sia stato realizzato. Ragusa ha infatti la fortuna di essere attraversata per 17 km dalla ferrovia, e quindi la metropolitana praticamente esiste da 120 anni; ora questo strumento di mobilità alternativa, perché ecologico, a basso impatto ambientale, sicuro e meno costoso, è ancora più attuale, visto lo sviluppo urbanistico della città lungo l’asse Zona industriale-Bruscè-Cisternazzi-Puntarazzi, vista la prossima apertura del nuovo polo ospedaliero, considerata l’ubicazione del centro commerciale Le Masserie: tutte zone toccate dai binari della ferrovia e quindi servibili dalla metropolitana, che poi scende fino al centro: stazione centrale, ospedale M. P. Arezzo, piazza Poste, stazione di Ibla. Riadattare a tale funzione il tracciato ferroviario sarebbe stato un gioco da ragazzi che nessuna amministrazione seria si sarebbe lasciata sfuggire. Si calcola di costi per circa 7 milioni di euro, più volte messi a disposizione dal CIPE o dal Governo nazionale, ma regolarmente andati perduti per disinteresse e mancanza di progetti.

Eppure tutte le amministrazioni, compresa l’attuale, dichiarano il loro interesse per l’opera, ma nella pratica non muovo quei passi necessari per renderla fattiva.

Con l’iniziativa di sabato 30 giugno si è cercato di strappare dall’oblio e dal facile ma inservibile consenso il progetto di metroferrovia, per portarlo a realizzazione entro pochi mesi. Dotare la città di questa infrastruttura significherebbe anche puntellare in maniera forte la tratta ferroviaria e invertire la tendenza al suo smantellamento. Su questo obiettivo, nuovo ma “vecchio”, la CUB Trasporti, e i cittadini che le si sono stretti attorno, non intendono mollare di un centimetro la presa.