La ministra Fedeli colpisce ancora !

 “L’industria 4.0 e le trasformazioni dell’industria
manifatturiera alle quali stiamo assistendo e assisteremo nel prossimo
futuro richiedono a tutto il sistema formativo, non solo in Italia,
un’evoluzione profonda”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, durante un’audizione in Commissione Lavoro al Senato.

Parlano di mondo digitale, la ministra ha affermato che il Ministero è
al lavoro “per fare in modo che si trasformi nel principale alleato
della scuola, che sia in grado di coinvolgere e motivare gli studenti
allo studio”. “Alla scuola di oggi – ha aggiunto – si richiede uno
sforzo di ammodernamento, non solo formale. Per aiutare le nuove
generazioni ad affrontare le sfide del futuro e per far sì che riescano
ad anticipare e governare i mutamenti della società”.

“Il Piano
Industria 4.0 del Governo – ha concluso – nasce dalla consapevolezza
della portata di questo cambiamento e dalla volontà non solo di non
farsi trovare impreparati, ma anche di governare questi processi”.

Il termine Industria 4.0 (o Industry 4.0)
indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune
nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e
aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti.

Le
nuove mode si intensificano nel linguaggio e nell’immaginario della
nostra Ministra Fedeli, che ha una vocazione sfrenata al sindacalismo
più che al suo compito da ministra, per cui ella passa dalla proposta
degli aumenti a 3000 euro degli stipendi dei docenti
( aumenti immaginari e virtuali ovviamente,in quanto dal 2007 ad oggi
nessun incremento nel piano dell’ istruzione, anzi  si è registrata una
diminuzione di inerventi) al quella del tirocinio di tre anni per i
neo/laureati.

Credo
che una cosa sia la formazione universitaria, che a volte è anche
specialistica per l’insegnamento ,per la didattica, per la linguistica
(dipende dal piano di studi dell’Università), un’altra è il tirocinio,
che si può mettere in atto durante la laurea,al quinto anno.
Non vedo la necessità di tre anni di formazione,quindi, se il piano di studi è specialistico.
Mi sembra che la Ministra
abbia le idee confuse, in quanto quei tre anni, di cui due a 600 euro
al mese, sopperiscano alla necessità per il governo di creare posti di
lavoro, da quantificare nelle varie statistiche.
In realtà, i tre
anni non servono e sono un parcheggio inutile per i giovani laureati. Sì
ai Concorsi o ai corsi abilitanti. Un sistema di selezione è
necessario.

Ritornando
alla sigla 4.0 e all’industria, si nota una confusione tra avviamento
professionale, formazione e istruzione. La scuola è cosa ben diversa
dalla stretta formazione al lavoro: i contenuti, la preparazione, le
conoscenze che la scuola deve assicurare ai giovani sono elementi
indispensabili per la costruzione di una generazione preparata e
competitiva anche a livello europeo. I cambiamenti devono migliorare,
non peggiorare la scuola. Una volta, c’era l’avviamento e la Ministra
sembra confondere i termini.

Come al solito, la Ministra Fedeli
dimostra di non sapere che cosa sia preparazione, che cosa sia
apprendimento, che cosa sia crescita di una persona, e quindi pedagogia.
Si basa sulla necessità estrinseca degli allievi e dei giovani verso il
mondo digitale, per volere una scuola digitale, ma, se pensiamo, non
bisogna seguire le mode, altrimenti  le conoscenze e i contenuti si
vanno a far friggere.  Tutta la Buona Scuola si basa su questa idea del
digitale come toccasana del problema scuola. In realtà, i problemi
provengono da lontano, da quando la scuola ha dovuto rispondere alle
norme delle aziende.

Ministra, La preghiamo di non fare ulteriori danni alla scuola e ai giovani!

Rosanna Bocchieri