LA MORTE DI GIUSEPPE CRISCIONE NEL RICORDO DI GIANNI BATTAGLIA

 morto il grande Giuseppe Criscione

“Sublime scultore e artista e ceramista di quella civiltà contadina che segna la storia iblea, la storia di questa Sicilia Sud Orientale e della Mediterraneità” Giuseppe Criscione ha ricostruito e celebrato quella etnia che già il demologo chiaramontano Serafino Amabile Guastella aveva celebrato nell’Ottocento in Letteratura. Il Guastella aveva collocato quella immensa, e mitica, civiltà contadina, sullo sfondo delle dinamiche storiche della Sicilia e dell’Italia, dell’Ottocento, e della Sicilia e dell’Italia fra Ottocento e Novecento. E aveva restituito quella umanità, nei suoi aspetti umani, nelle sfumature psicologiche, nelle condizioni della dura quotidianità, nelle sue inquietudini e nei suoi turbamenti, nelle sue sofferenze e nelle sue dolcezze consolatorie. Ne più né meno come ha fatto Giuseppe Criscione, molto tempo dopo. Ritengo che nella stessa dimensione con la quale il Guastella si rapportò alla civiltà contadina, vada ora collocata l’opera di questo grande scultore, pittore e ceramistica, Giuseppe Criscione.

Amante del ritaglio e dell’insieme, del dettaglio e del riepilogo, del particolare e del generale, di quella antica civiltà mediterranea, Criscione era affascinato dalla vibrazione esistenziale, dal vissuto nei campi o nei paesi, pregno di umori, talora di sofferenza, talora anche di leggerezza, di leggiadria. In quelle sue magiche creazioni, con quella sua mano magica, Criscione ricostruiva e offriva un divenire sofferto, talora quasi epico, talora anche ilare, leggero e leggiadro, di quei ritagli di vita e di storia, che appartengono al vissuto di tutti noi. Quella di Criscione è stata una ricostruzione quasi sacrale, della nostra identità, se nella sacralità noi sentiamo che rifluisca una visione altissima e quasi ispirata della nostra vicenda, umana, della nostra più elevata mappa di valori.
Giuseppe Criscione ha ricomposto nelle sue opere i momenti più alti della civiltà e della vita contadina, che sono civiltà e vita della Sicilia, sono i suoi valori ispiratori, le sue manifestazioni più autentiche, quel suo sapore etico ed epico e poetico che faceva dire a Lucio Villari che produrre arte e cultura in Sicilia non è né giusto né utile, è soltanto assai interessante. E faceva dire a un’attrice italiana, come Iaia Forte, venuta a fare teatro in Sicilia, che la Sicilia risveglia la Grecia che è in noi. E a questo prevedibile enunciato della Forte aggiungerei che figure e opere come queste di Giuseppe Criscione risvegliano la più alta, e autentica e sacrale sicilianità… che è in noi.

 

di getto, brevissime, immediate, riflessioni, nell’immediato della notizia della morte di Giuseppe Criscione, avvenuta stamattina
19 nov. 2013 

 

regista Gianni Battaglia

– La scultura, il Presepio, a Papa Giovanni Paolo II (foto con lo sfondo più chiaro) fu donata nel 1978 su intervento dell’Associazione Nazionale Amici del Presepio, e si trova nel Museo del Presepio di Brembo-Dalmine.

– La scultura, anche questa un Presepio, fu donata a Michail Gorbaciov, (foto con lo sfondo nero) in visita a Roma nel 1989, sempre su intervento della Associazione Nazionale Amici del Presepio.

le principali immagini delle opere di Giuseppe Criscione nei siti internet e su
www.creoeriuso.it

www.artecriscione.it

ma anche su google e su tanti altri siti di Comuni, di Artisti ecc.

SU GIUSEPPE CRISCIONE

 

Il mondo delle sue statuine tramanda una bella e antica luce, un intima poesia: l’artista, la cui prima sensibilità è stata quella di cogliere con affettuosa partecipazione il colore popolare, passa senza forzature dalla realtà della memoria a quella plastica.

Non priva di arditezze sperimentali, la sua scultura si addensa di una solida composizione di linee: nel cogliere gli aspetti intimistici del reale si collega a quella tradizione di cui s’è detto e, nel solco di una cultura mediterranea, rimanda a quella solarità che è propria del presepio.

Michele Ruggiero – “Il presepe italiano” Ed. Il Capitello – Torino

 

su youtube 19.11.13

Caricato in data 13/dic/2010

Artista e ceramista, il maestro Giuseppe Criscione nasce nel 1940 a Vallelunga (Caltanissetta ).
Le sue evoluzioni tematiche abbracciano la pittura, la scultura e la ritrattistica, in un rapporto di contemporaneità e memoria storica,impreziosito dalla ricerca estetica e nutrito da spunti attinti dalla sua terra contadina.
Il “corpus ” della sua opera, per la sua continua ed espressiva ricerca, come scrive Paolo Nifosì, coglie “una semplice realtà sociologicamente ancora presente e ricca di umanità, avvicinandovisi con affetto, partecipazione e autenticità.”
Nella sua poliedrica attività, ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi e le sue opere sono entrate in prestigiosi Musei : il Presepe per Papa Giovanni Paolo II,nel 1978, presso il Museo del Presepe Brembo di Dalmine , il Presepe presso Villanova (Modena )e ancora,il Presepe di terracotta ,presso il Museum Njjmegen (Olanda ). Nel 1988 ,esegue un Presepio che dona al Presidente dell’Unione Sovietica M. Gorbaciov, durante la sua visita a Roma. Ma sue opere sono in tutta Italia, in Europa, in molti paesi dell’America e del SudAmerica.