LA NUOVA INTITOLAZIONE DELL’AEROPORTO DI COMISO, SABATO LA CERIMONIA

 “L’aeroporto di Comiso ha compiuto in un anno di attività veri e propri passi da gigante. Ma ancora c’è tanto altro da fare per fare in modo che il sogno della presenza dello scalo nell’area iblea possa diventare il più possibile strutturato e non un fatto estemporaneo. A fronte di un numero così elevato di cose da fare, l’unica cosa di cui ci si preoccupa, in questo momento, è cambiare il nome all’aerostazione. Un atteggiamento infantile e di rivalsa da stigmatizzare. Per questo stiamo valutando l’opportunità di promuovere un sit-in il giorno della cerimonia in cui si terrà la nuova intitolazione perché si possa puntare l’attenzione su ciò che davvero serve allo scalo e non sull’apposizione di nome piuttosto che l’altro”. E’ quanto afferma il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, a proposito della cerimonia prevista per sabato 7 giugno al “Magliocco” che vedrà la presenza, tra l’altro, di alcune tra le più alte cariche dello Stato. “Ci sembra davvero poco produttivo che da quattro settimane a questa parte – continua Chiavola – non si parli altro che del nuovo nome da attribuire all’aeroporto. Come se non ci fosse nulla di meglio da fare. Come se non si dovesse definire nel miglior modo possibile la possibilità di contenere i debiti, come previsto inizialmente nel piano industriale, esistente; come se non si dovesse cercare il modo per potenziare ulteriormente le tratte già esistenti; come se l’unica preoccupazione fosse quella di variare la scritta in un cartello piuttosto che cercare di migliorare sempre di più il rendimento dell’aerostazione, anche e soprattutto nei confronti dei passeggeri in transito. Sembra che alle assurdità di questo mondo, e nello specifico, di questa provincia non ci sia fine. Ed ecco perché stiamo pensando di dare vita ad una protesta pacifica, non urlata, ma solo con alcuni cartelli, per mettere in evidenza l’assurdità di tutto ciò. L’aeroporto è una grande risorsa per il territorio. E non dobbiamo sfiorare il ridicolo con iniziative del genere. E’ opportuno che qualcuno faccia una riflessione su quello che sta succedendo. E adotti le iniziative conseguenti. Quantomeno per evitare che tra un paio di anni, o forse più, si continui con lo stesso leit motiv, cioè si decida nuovamente di cambiare il nome”.