La presenza di pastori in Val Senales, una piccola valle poco lontana dalla città di Merano, in Alto Adige, risale a migliaia di anni fa. Lo testimoniano alcuni reperti rinvenuti nel sito archeologico del Ganglegg, nella vicina Val Venosta: si tratta di fusi per la filatura risalenti all’età del bronzo (1200 a.C. circa) e migliaia di frammenti ossei di pecora calcificati, probabilmente bruciati nel corso di cerimonie votive in onore degli dèi. Anche Ötzi, l’Uomo del Similaun, una delle mummie più antiche del mondo ritrovata al confine fra la Val Senales e la valle Ötztal, in Austria, nel 1991, era un pastore.
Proprio in questa zona è andata progressivamente affermandosi la presenza di una razza ovina di taglia media, la pecora della Val Senales (Schnalserschaf), adatta sia alla produzione di carne sia a quella di lana. Può essere allevata solo al pascolo e questa caratteristica, in particolare, rappresenta tanto un carattere peculiare quanto un limite per questa razza, rendendola poco competitiva sul mercato e condizionandone, di fatto, la diffusione. Attualmente, infatti, è presente solo in 60 masi – le tradizionali abitazioni rurali del Trentino-Alto Adige – che popolano i pendii montuosi della valle.
Comunità e tradizione: gli ingredienti per un futuro più sostenibile
Negli anni ’60, la pecora della Val Senales era la principale razza allevata in provincia di Bolzano mentre oggi, con la popolazione in forte calo, se ne contano solo 1500 esemplari in tutta la valle. Attualmente, infatti, la sopravvivenza della specie è legata in buona parte alla salvaguardia dell’antichissima pratica della transumanza, da secoli parte integrante del patrimonio culturale locale.
Inserita nel 2019 nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che ne ha riconosciuto il ruolo fondamentale per l’equilibrio ecologico della montagna, la transumanza rappresenta il momento più suggestivo dell’anno per i tutti i valligiani. Le pecore partono dalla Val Senales per approdare in Valle Ötztal, oltre il confine austriaco. Compiono un percorso di circa 44 chilometri, con un dislivello complessivo di quasi 5.000 metri (3.000 metri in salita e di 1.800 in discesa). La transumanza verso l’Austria si svolge a inizio estate, quando arriva il momento di spostare le greggi verso pascoli più ricchi, mentre il rientro delle pecore in Alto Adige avviene a inizio autunno e la traversata si conclude con una grande festa ai piedi del ghiacciaio del Senales.
«Ogni anno questa transumanza porta in valle turisti, visitatori e alpinisti che per due giorni ne seguono il corso con stupore e curiosità» racconta Angelo Carrillo, fiduciario Slow Food Alto Adige Südtirol. «Le pecore della Val Senales sono un Presidio che supera i confini e unisce due Paesi. La loro caratteristica transumanza è una tradizione lunghissima, rimasta viva grazie agli sforzi dei contadini e degli abitanti dei masi. Dobbiamo tutelare loro affinché questa preziosa usanza arrivi alle prossime generazioni».
«Ogni anno questa transumanza porta in valle turisti, visitatori e alpinisti che per due giorni ne seguono il corso con stupore e curiosità» racconta Angelo Carrillo, fiduciario Slow Food Alto Adige Südtirol. «Le pecore della Val Senales sono un Presidio che supera i confini e unisce due Paesi diversi. La loro caratteristica transumanza è una tradizione lunghissima, rimasta viva grazie agli sforzi dei contadini e degli abitanti dei masi. Dobbiamo tutelare loro affinché questa preziosa usanza arrivi alle prossime generazioni».
Il Presidio Slow Food della pecora della Val Senales è sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (*) e cofinanziato dall’Associazione Turistica Val Senales.