Simona Cannata di Gabriele Modicana, a lei sarà dunque affidato il compito di rappresentare la Sicilia ad uno dei più importanti appuntamenti poetici Nazionali.
Domani difatti la poetessa parteciperà alla finale della competizione nazionale, organizzata dalla Lega Italiana Poetry Slam, metterà alla prova i poeti vincitori delle varie gare regionali, disputate in tutta l’Italia, e si svolgerà al teatro Binario 7 di Monza che vedrà come ospite speciale l’inventore dello Slam, il poeta americano e performer, Marc Kelly Smith.
La parola “Slam”, nel gergo americano, designa un impatto, una sberla; deriva dall’espressione “to Slam a door”, letteralmente “sbattere una porta”. Il termine è stato associato a un genere di poesia orale per il suo potere di catturare lo spettatore e “schiaffeggiarlo” con le parole, al fine di scuoterlo e di emozionarlo. Si tratta di poesia che utilizza, oltre al talento del poeta “scrittore” di versi, anche quello del poeta “declamatore” di versi. E’ considerato da molti come una delle forme più vive e rivolunzionarie della poesia contemporanea.
Il migliore tra gli Slammer italiani volerà in Svezia a rappresenterà il nostro paese nell’ambito della finale europea di Stoccolma.
Lo slam è un modo nuovo e assolutamente coinvolgente di proporre la poesia ai giovani, una maniera inedita e rivoluzionaria di ristrutturare i rapporti tra il poeta e il ‘pubblico della poesia’. Lo slam è sport e insieme arte della performance, è poesia sonora, vocale; lungi dall’essere un salto oltre la ‘critica’, il poetry slam è un invito pressante al pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere, a superare un atteggiamento spesso tanto passivo quanto condiscendente, e dunque superficiale e fondamentalmente disinteressato, nei confronti della poesia.
Lo slam inoltre riafferma, una volta per tutte, che la voce del poeta e l’ascolto del suo pubblico fondano una comunità, o meglio una TAZ (Temporary Autonome Zone), come direbbe Hakim Bey, in cui la parola, il pensiero, la critica, il dialogo, la polemica e insieme la tolleranza e la disponibilità all’ascolto dell’altro sono i valori fondamentali.
Insomma, lo slam dimostra, con la sua stessa esistenza e il suo diffondersi, l’indispensabilità della poesia nella società contemporanea e soprattutto il suo essere arte adeguata ai nuovi e mutati contesti antropologici proposti dal terzo millennio, specie se portata fuori dai libri e dalle incrostazioni scolastiche.
Come ha detto nell’esordio di un suo quasi-manifesto Marc Smith, il poeta americano che nel 1987 a Chicago ‘inventò’ il poetry slam, «la poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità; il punto dello slam non sono i punti, il punto è la poesia»
We slam, therefore we are! In bocca al lupo alla nosta Simona!!!