All’odierno arrestato vengono contestate le seguenti rapine commesse tutte utilizzando un taglierino per minacciare dipendenti e clienti delle diverse filiali della Banca Popolare di Ragusa:
Le indagini che portano al nuovo arresto di Grasso, nascono dall’operazione nella quale era stato arrestato ad aprile che era stata denominata “Abituè”, in quanto il rapinatore aveva scelto come unico obiettivo la Banca Popolare di Ragusa, senza mai “tradire” la sua scelta iniziale in ogni provincia dove si recava. Effettivamente nome più azzeccato non poteva essere dato, considerato che a seguito dell’arresto del 18 aprile u.s., gli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa continuarono le indagini finalizzate ad individuare eventuali complici e/o autori di altre rapine ai danni dello stesso istituto di credito o di altre banche scoprendo che pochi giorni prima della cattura aveva compiuto altri colpi.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Ragusa (quasi sorpresi), hanno riscontrato in tempi record che Grasso aveva perpetrato pochi giorni prima dell’arresto altre rapine ai danni del medesimo istituto di credito, ma recandosi in altre filiali ed in paesi molto piccoli spesso poco presidiati dalle Forze di Polizia.
Le indagini precedenti avevano permesso di appurare che Grasso era l’autore di tre rapine (Modica Alta, Comiso e Palazzolo Acreide) dalle quali aveva ricavato oltre 30.000.
Le modalità delle rapine erano particolarmente gravi, considerato che utilizzava un pericoloso taglierino che in alcune occasioni aveva puntato alla gola dei cassieri.
Le indagini condotte dagli investigatori della Polizia di Stato anche dopo averlo tratto in arresto per le prime tre rapine, continuavano ininterrottamente al fine di individuare altri complici o addivenire all’identità degli autori di altre rapine commesse ai danni di altre banche.
Il rapinatore ha sempre agito a volto semi scoperto in quanto solo una piccola parte del viso rimaneva libera da indumenti e questo errore per lui è stato fatale perché ha permesso di comparare le immagini a volto scoperto con quelle quando era quasi del tutto travisato.
Grasso, esattamente come per altre rapine per le quali era stato arrestato, agiva sempre in pochi secondi; faceva ingresso in banca, si avvicinava alle casse ed estraeva il taglierino; dopo aver rassicurato i dipendenti li incitava a mettere tutto il denaro in cassa e li minacciava qualora avessero avvisato la Polizia; quando aveva difficoltà logistiche per accorciare i tempi scavalcava il bancone delle casse per poi allontanarsi velocemente.
Gli investigatori della Squadra Mobile ragusana dopo averlo arrestato ad aprile erano ormai certi della sua identità e per questo analizzavano i fotogrammi con comparazione mediante l’uso di speciali software dei fotogrammi nei quali aveva parte del viso scoperto e dopo giorni e giorni di analisi ottenevano il risultato sperato richiedendo alla Procura della Repubblica di Ragusa una nuova misura cautelare.
Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Ragusa con la collaborazione della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Avola, ascoltando e riascoltando i dipendenti delle banche oggetto di rapine. Gli elementi raccolti dagli investigatori nelle due limitrofe province hanno permesso senza alcun dubbio di trarre in arresto Grasso Filippo che con questi ulteriori elementi rimarrà in carcere.
“La Polizia di Stato sottolinea l’importanza della collaborazione delle vittime per addivenire all’identità degli autori del reato subito. Anche in questo caso è stata ottima la collaborazione tra la Squadra Mobile e l’ufficio di sicurezza della Banca vittima delle rapine, valore aggiunto dell’indagine conclusa”.
“Questo arresto fa seguito all’operazione “Abituè” ed all’operazione “SMACK” della Squadra Mobile di Ragusa dei mesi addietro, attività che hanno permesso la cattura di altri rapinatori catanesi, colpevoli di aver commesso una dozzina di rapine per un bottino complessivo superiore a 180.000 euro”.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola