Riflettori puntati, il pubblico comincia a occupare i posti, personalità di spicco sono presenti a questa serata come se fossero pronti a cibarsi di un pane raffermo ma così saporito che nessuno riesce ormai a riprodurre. Benvenuta finzione! Si rinnova la passione per il teatro greco. Calano le luci e quel buio color pece ha lasciato inebriare gli spettatori di un’aria che trasuda di passato. Giovani ragazzi, meritevoli e abili che attraverso lo scandire delle parole e la delicatezza dei movimenti riproducono le regole auree del teatro greco antico. Passione, coraggio, immedesimazione battono il tempo di un cuore sempre in palpitazione, come se fosse la loro prima. Dietro le quinte le emozioni, quegli spartiti segnati da tante prove di recitazione si muovono come bambini inseguiti dai loro paternalistici genitori che in preda all’ansia da prestazione temono di dimenticare le battute. Un grande movimento dietro un’apparente quiete.
Ecco che dopo ore di agonia dovuta al debutto, al segnale del loro Guru scenico Gianni Battaglia, i riflettori si posizionano sul palco, il maestro, Lorenzo Guardiano, col suo fare elegante dà avvio a una maestosa e alquanto sopraffina colonna sonora. Finalmente l’antico entra in scena le danze di un coro angelico comincia a colorare e riscaldare quel palco che attendeva pazientemente i suoi attori.
Un gioco di luci e di ombre, un trucco impeccabile stagna sulle pelli dei loro manichini umani, costumi che ingannano le menti più lucide e legate alla modernità. Tutto studiato alla perfezione, nulla è fuori posto.
L’espressività dei giovani attori traspare di tanta fatica recitativa creando così uno sdoppiamento di personalità; dimenticano di essere quel che sono calandosi nei panni di un personaggio che hanno iniziato a conoscere da ciò che gli antichi testi raccontavano. Teatralità cangiante la loro, che spazia da momenti di piena e assoluta tranquillità a momenti di delirio e frenesia. A testimonianza di una tale preparazione, a mio avviso oculata, è fondamentale la bravura dei due musicanti Lorenzo Guadiano al piano e Alessia Vindigni al violino che attraverso le note gravi e acute accompagnano un coro che fa della melodia la loro arte.
Una scuola in controtendenza, il liceo classico Umberto I di Ragusa che dopo un cammino tutto in salita sta riscuotendo successo in scala territoriale e nazionale vincendo numerosi premi. Non di poco conto, quindi, l’apporto del laboratorio teatrale Dionysos che durante la notte dei musei ha sbalordito un pubblico assetato di ruderi e passato nonostante il freddo e il vento. Già in passato ho sottolineato l’importanza di questo gruppo teatrale e continuerò a farlo in quanto è necessario dare una sempre maggiore testimonianza dell’impegno che questi giovani mettono nel proprio hobby che definirei anche lavoro. In una città culturalmente sempre più povera loro sono l’oasi, vera, nel bel mezzo di un deserto.