LA STORIA INFINITA DELLA MOTONAVE FORTUNA II FERMA DA QUASI CINQUE ANNI AL PORTO DI POZZALLO

Tra crediti non onorati, equipaggi ridotti alla fame, provvedimenti di fermo giudiziario e vendita all’asta, non è stato ancora possibile mettere la parola fine alla incredibile storia della motonave moldava Fortuna II, ferma al porto di Pozzallo dal mese di novembre del 2008. A giugno del 2011, a conclusione del secondo pubblico incanto indetto dal Giudice per le Esecuzioni del tribunale di Modica, Francesco Chiavegatti, l’unità è stata venduta alla società Centro Fer srl di Roma, per la somma di 213 mila euro, su una base d’asta di 208 mila. In quel momento, oltre ai numerosi creditori della società armatrice, fra cui, in primis, i componenti di due equipaggi e la Gory Petrol, sono stati in molti a tirare un sospiro di sollievo. A cominciare dai titolari delle imprese portuali che più volte avevano reclamato per la presenza ingombrante della nave, che limitava le attività portuali a loro danno. Facile supporre, a quel punto, che nel giro di pochi mesi, superati gli ultimi ostacoli di natura procedurale, la nave, finalmente, avrebbe lasciato il porto di Pozzallo. Invece, a distanza di quasi due anni dalla vendita, tutto è rimasto come prima. Va precisato al riguardo che la società romana Centro Fer srl, che l’ha acquistata all’asta, l’ha ceduta ad una società marchigiana, che, da parte sua, si è fatta carico di spostarla al più presto in un porto maltese, per farla smantellare e vendere come rottame di ferro. Ad oggi però l’azienda interessata, che dovrebbe avere tutto l’interesse a velocizzare l’operazione trasferimento, pare non abbia ancora presentato il piano navigazione, come richiesto dalla Capitaneria di porto, in ossequio alla normativa vigente. Per liberare il porto da un’occupazione divenuta, a quanto pare, irreversibilmente “abusiva”, occorre dunque aspettare che chi detiene il titolo di proprietà della Fortuna II decida di darsi una mossa?  “No – precisano dalla Capitaneria – perché abbiamo già intimato alla ditta interessata di provvedere entro una certa scadenza, diversamente disporremo d’ufficio il rimorchio della nave nel porto di Augusta o anche in un porto maltese, con addebito delle spese sostenute e delle penalità previste. Con l’occasione, considerato quello che è successo con il fermo giudiziario di questa benedetta motonave, raccomandiamo ancora una volta agli operatori portuali di evitare di sottoscrivere contratti commerciali con armatori che poi risultano poco affidabili”.