Si è svolto ieri, l’incidente probatorio richiesto dal Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, per la comparazione del profilo genotipico (cd. Esame del DNA) dell’indagato KHALIFA Anis in atto detenuto, con il materiale biologico, repertato nel corso degli accertamenti già eseguiti (a cura del R.I.S. dei Carabinieri di Messina) all’interno della Guardia medica di Scicli e sulla persona offesa. Il perito ha confermato che il profilo genetico ricavato dalle tracce biologiche repertate nei luoghi della violenza e sulla vittima è identico a quello dell’indagato. Questo il riassunto dei fatti. Nella notte tra il 17 ed il 18 marzo 2010, un giovane si introduceva con violenza all’interno della Guardia Medica di Scicli (Ragusa), e dopo aver sfondato con un calcio la porta d’ingresso, puntava un coltello alla gola della dottoressa in servizio di Guardia Medica, e la trascinava in una stanza interna del presidio, usandole dapprima brutalmente violenza e rapinandola quindi del denaro e di un telefono cellulare che la donna deteneva; tra l’altro, le efferate modalità della violenza provocavano gravi lesioni alla donna, che subiva la frattura della tibia della gamba sinistra. Le ricerche del criminale, immediatamente effettuate da parte dei carabinieri di Modica sulla base della descrizione fornita dalla vittima, davano in un primo momento esito negativo. Su disposizione del Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, i carabinieri del R.I.S. prelevavano, sui luoghi della violenza e dalla persona dell’offesa, tracce biologiche riconducibili all’autore dei delitti in contestazione, idonee alla individuazione del responsabile.In seguito alle indagini attivate, si identificava quale possibile autore della violenza sessuale della dottoressa in servizio alla guardia medica di Scicli tale KHALIFA Anis, fuggito in Francia presso la città di Tolone ove soggiornava in un albergo. Immediatamente allertato, il Commissariato di Polizia Centrale della città francese riscontrava la presenza del cittadino tunisino nella struttura alberghiera, provvedendo ad accompagnarlo negli uffici di polizia per l’identificazione ed il successivo fermo, perché responsabile del reato di immigrazione clandestina in territorio francese. Apprese le generalità complete del cittadino extracomunitario ed avendo verificato che lo stesso nell’anno 2006 aveva usufruito di permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Ragusa, veniva acquisita la sua fotografia al fine di procedere ad individuazione di persona mediante ricognizione fotografica. Formato il fascicolo fotografico, lo stesso veniva sottoposto in visione alla vittima del reato, che riconosceva senza alcun dubbio l’aggressore tra quelli effigiati al suo interno ed esattamente nel soggetto effigiato al nr. 4, identificato in KHALIFA Anis. Veniva altresì localizzata la saltuaria dimora in Scicli dell’indagato, ove a seguito di perquisizione locale si rinveniva la presenza del fratello dell’indagato, il quale riferiva che condivideva l’abitazione con il proprio genitore e che il fratello KHALIFA Anis si era allontanato da Scicli alcuni giorni fa, lasciando soltanto un giubbotto. In data 24.3.2010, su richiesta del pubblico ministero, si applicava nei confronti di KHALIFA Anis la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, che veniva eseguita dai carabinieri in data 25.3.2010, allorquando KHALIFA Anis veniva accompagnato alla frontiera con l’Italia dalle Autorità francesi. Interrogato sui fatti in data 26.3.2010, KHALIFA Anis ha ritenuto di non rispondere alle domande.
Queste le contestazioni formulate nei confronti di KHALIFA:
A) al delitto di violenza sessuale aggravata, di cui agli artt. 61 nn. 4), 5) e 10), 609 bis e 609 ter n. 2) c.p., perché, con la minaccia di un coltello che puntava alla gola della .p.o., nonché usandole violenza, consistita nel bloccarla e colpirla con calci e pugni, provocandole la frattura della gamba sinistra, costringeva la persona offesa, che prestava servizio notturno quale medico di turno presso la Guardia Medica di Scicli (Ragusa), a congiunzione carnale con completo rapporto sessuale.
Con l’aggravante di aver agito: in tempo di notte ed in luogo appartato, e quindi profittando di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa; con crudeltà; nei confronti di persona incaricata di un pubblico servizio e nell’atto del suo adempimento. In Scicli (Ragusa), il 18/03/2010.
B) al delitto di rapina aggravata, p. e p. dagli artt. 61 n. 10), 628, commi 1 e 3, n. 1) e 3-bis) c.p., perché con violenza consistita nel percuotere la p.o. con calci e pugni e spingerla a terra, provocandole la frattura della gamba sinistra, nonché con la minaccia di un coltello che le puntava alla gola, si impossessava della somma di € 200,00 circa e di un telefono cellulare che sottraeva alla persona offesa che li deteneva nella propria borsetta. Con le aggravanti di avere commesso il fatto con armi e all’interno dei locali della Guardia Medica di Scicli, luogo di privata dimora; nei confronti di persona incaricata di un pubblico servizio e nell’atto del suo adempimento. In Scicli (Ragusa), il 18/03/2010.
C) al delitto di lesioni personali aggravate, p. e p. dagli artt. 61 nn. 2) e 10), 582, 583, 585, 576 c.p., perché cagionava a La persona offesa lesioni personali gravi consistite in “frattura tibia sx”, giudicate guaribili in giorni cinquanta s.c., come da documentazione medica in atti. Con l’aggravante di avere agito al fine di consumare i reati di cui ai capi A) e B) che precedono; nei confronti di persona incaricata di un pubblico servizio e nell’atto del suo adempimento. In Scicli (Ragusa), il 18/03/2010.
D) Del delitto di porto illegale di oggetti atti ad offendere aggravato, di cui agli artt. 61 n. 2) c.p. e 4 L. 110/1975 perché, al fine di commettere i delitti indicati ai capi A) e B), senza giustificato motivo, portava al di fuori della propria abitazione un coltello di genere vietato, strumento utilizzabile per l’offesa alla persona. In Scicli (Ragusa), il 18/03/2010.
E) al delitto di violazione di domicilio aggravata, p. e p. dagli artt. 61 n. 2 , 614, commi 1 e 4, c.p., perché, al fine di commettere i delitti indicati ai capi A), B) e C) che precedono, dopo aver sfondato a calci la porta di ingresso, si introduceva all’interno dei locali della Guardia Medica di Scicli (Ragusa), luogo di privata dimora, palesemente armato di un coltello di genere vietato, contro la volontà del medico di turno.