1.
C’è da chiedersi cosa ne pensano i cittadini delle periferie, soprattutto di quelle aree che erano contrade e che oggi sono parte integrante della città, in merito all’aumento della Tassa per i Servizi Indivisibili. Un incremento di 2milioni e mezzo di euro in due anni, con i quali si pagano anche le politiche culturali (quali poi sarebbe da vedere), lo sport, la lotta al randagismo. Ma alcune zone della città rimangono abbandonante o curate solo per placare qualche lamentela.
E’ il caso di via padre Giovanni Tumino, che collega via Aldo Moro a via Montale (SP 10 per Chiaramonte) in contrada Annunziata.
Non solo il manto stradale è danneggiato nonostante la strada sia stata oggetto di lavori circa quattro mesi fa (come segnalato anche da altri consiglieri comunali) ma è completamente assente l’illuminazione ed è priva di altri servizi.
Per cosa pagano esattamente i cittadini che lì risiedono? E quelli delle altre contrade che si trovano nelle stesse condizioni?
Lo abbiamo detto qualche giorno fa e lo ribadiamo: l’amministrazione Piccitto s’è convinta che i cittadini sono come degli sportelli bancomat dai quali prelevare risorse senza dare nulla in cambio. Con l’aggravante che il denaro che viene chiesto loro per la TASI o per la TARI viene poi speso in altri settori, certamente importanti, ma i cui fondi dovrebbero essere il risultato di programmazione politico-economica e non direttamente della tassazione con una pressione così elevata.
Come commentare, poi, la rapidità d’intervento del Comune per le segnalazioni? Parliamo sempre di via Giovanni Tumino: vogliamo sapere quanto tempo passerà ancora per avere l’illuminazione in quella contrada, necessaria per il recupero di vivibilità lì come nelle altre zone dimenticate della città.
2.
In riferimento alla nota trasmessa dal dirigente del settore Tributi del Comune di Ragusa, dott. Francesco Scrofani, in data 03.03.2017, in risposta alla segnalazione del Lab 2.0 su anomalie nell’emissione degli avvisi di accertamento ICI 2011, il vicepresidente Livio Tumino, che per primo aveva sollevato il problema, specifica:
“L’interlocutore di riferimento era l’amministrazione comunale, non il dirigente, ma ormai siamo abituati a vedere questa amministrazione esulare dal confronto politico nonché dalle proprie responsabilità. Ad ogni modo ringraziamo il dirigente per avere, almeno lui, prontamente affrontato l’argomento, segno che l’ufficio sia già ampiamente coinvolto nella risoluzione della problematica, così come prendiamo atto dell’onestà intellettuale con la quale si è ammesso che siano stati commessi errori in fase di emissione degli avvisi di accertamento 2011. Tuttavia – continua Tumino – l’onestà intellettuale deve essere completa, e si deve avere il coraggio di fornire una fotografia reale dello stato di fatto. Da quanto apprendiamo dalla nota del dott. Scrofani l’ufficio ha emesso in tutto 5.498 avvisi, commettendo errori nell’ 8% dei casi, specificamente l’1% per mancate agevolazioni e il 7% per mancati abbinamenti. Già di per sè questi dati fanno capire come l’errore sia tutt’altro che marginale dato che ben 446 contribuenti hanno dovuto perdere tempo e denaro per fare valere i propri diritti. Con una spesa media di 50 euro ad istanza, computata per il tempo impiegato a ricercare la documentazione e discutere la pratica presso gli uffici, al netto di eventuali costi di intermediari, questi errori, ad oggi, hanno aggravato di euro 22.300 le tasche dei cittadini ragusani, in maniera del tutto inutile ed evitabile. Però i dati statistici forniti dall’ufficio non combaciano con le segnalazioni che abbiamo raccolto né con il numero di utenti medio che si registra affluire costantemente presso gli uffici comunali a tale scopo, ma sono destinati a crescere drasticamente. Temiamo che il calcolo fornito dal dirigente – dice ancora Tumino – sia parziale in quanto riferito alle sole segnalazioni ‘prese in carico’ dagli uffici, a seguito di istanze dei contribuenti, alla data del 03.03.2017 e non pertanto al totale degli avvisi ritenuti infondati. Crediamo sia più opportuno che gli uffici forniscano i dati tra qualche mese, ovvero quando la situazione sarà definitiva a seguito del computo delle istanze presentate dai contribuenti e del numero delle stesse che sarà risolto o meno a favore del Comune. Ritengo – conclude – che il cercare di sminuire un problema che sta causando un disagio reale, con balletti di cifre decontestualizzate, risulti particolarmente odioso per i cittadini coinvolti, soprattutto da parte di chi ha peccato, quantomeno, di scarsa vigilanza”.