Applausi e standing ovation per il regista Salvo Bonaffini all’anteprima del film “Pagate Fratelli” a Mazzarino sabato 29 settembre. Dopo 50 anni dal processo ai monaci, Mazzarino racconta e denuncia con immagini in movimento storie di estorsione e di illegalità. Arte del cinema e cultura della legalità sono stati messi insieme per dire no ad ogni ricatto in una serata dedicata alla memoria del cavaliere Angelo Cannada, trucidato il 25 maggio 1958 davanti agli occhi della moglie e del figlio Francesco, presente con la famiglia alla prima, per non essersi piegato ai ricatti e alle estorsioni. Una serata in cui non sono mancate le riflessioni di natura turistico culturale per l’impatto che tale film, frutto di una produzione indipendente e completamente autofinanziato, potrebbe avere sul territorio. E ancora spazio a dibattici sullo stato di salute dell’industria cinematografica e culturale in Sicilia. Nella conferenza stampa di presentazione della pellicola alla presenza di numerosi rappresentanti dei media, del sindaco Vincenzo D’Asaro e la giunta, l’assessore al turismo Filippo Alessi, il presidente del consiglio comunale Vincenzo Guerreri, le altre istituzioni civili, culturali e militari locali e non, degli attori Marcello Arnone, Salvatore Lazzaro, Salvatore La Mantia, Benedetto Lo Monaco, Alberto Molonia, Viviana Natale, il musicista Antonio Isgrò, il look maker Romualdo Acquaviva, Stello Pecoraro interprete di Cannada, gli altri attori, le comparse e l’intera produzione; il regista Salvatore ha intascato l’ “oscar” della sua prima fatica cinematografica che dal pieno di presenze alle proiezioni si preannuncia un trionfo. Ospite della serata Lucia Sardo insieme all’amico prof. Filippo Siciliano e prof.ssa Rosa Arena e ancora i presidenti delle associazioni antiraket di Gela Renzo Caponetti e di Mazzarino Enzo Russo. Presenti con le loro testimonianze anche ex poliziotti di allora ormai novantenni Giovanni D’Asaro, Vincenzo Callari e Salvatore Pennisi che all’epoca dei fatti si occuparono delle indagini. Ad intervenire, per dimostrare la sua posizione , anche Gino Marotta fratello di padre Venanzio. “Non ci vergogniamo della nostra storia – ha esordito Salvo Bonaffini – Non è un film processo ma un film denuncia, non dà giudizi ma dice di non cedere ai ricatti. La vera vittima, Cannada, è caduto nel dimenticatoio e oggi abbiamo voluto ricordarlo alla presenza del figlio Francesco. Ringrazio l’intero cast, e la produzione. Quando mi fu proposto di fare il film 3 anni fa da Rocco Turone compaesano che lavora da decenni a Cinecittà, uscivamo dalla proiezione di Io Esisto. Non sapevo nulla di questa storia, allora ho iniziato le ricerche e ho sempre raccolto informazioni senza pregiudizi verso nessuno. Grazie agli sceneggiatori Renzo Gatto e Daniele Russo abbiamo iniziato a lavorarci su. Occorrevano costumi dell’epoca, allora mi sono messo a bussare porta per porta, premetto che non ho una formazione cinematografica ma la mia passione per il cinema e la voglia di riscatto che vedevo nei mazzarinesi mi hanno spinto a perseguire un unico obiettivo: arrivare a questa serata. E’ questo il mio oscar, è questa la mia grande vittoria, essere arrivato qui grazie alla spontaneità e la voglia di metterci in gioco. Il mio primo distributore sarà il pubblico”.