Una clima di tensione agghiacciante a Tripoli come se si stesse aspettando il botto finale che purtroppo coinciderà con una carneficina perché se i rivoltosi sono ormai in possesso dei punti chiave del Paese, a Tripoli le milizie pro Gheddafi e soprattutto gli spietati mercenari non aspettano altro che il via dei comandanti (fra i quali i figli del dittatore) per aprire il fuoco. Per la verità nell’ultima conferenza stampa indetta da uno dei figli del Rais (alla quale noi non siamo stati presenti perché distanti da Tripoli , nella zona controllata dai rivoltosi (tutta l’area ad est dalla Libia da Tobruk e Bengasi da dove ormai si accede per via aerea e via mare specialmente provenienti come noi da Malta) pare si possa raggiungere l’accordo non solo per un cessate il fuoco ma anche con un governo provvisorio dopo e infine per un possibile e definitivo riassetto del Paese con le dimissioni di Gheddafi prima e con indizione di elezioni democratiche poi.
Ma qui a Bengasi, dove i giornalisti siamo tutti clandestini (come peraltro in tutta la Libia) escono notizie davvero clamorose con le imprese criminali di Gheddafi ed i “campi di sterminio” (non si possono chiamare diversamente) dove venivano detenuti gli oppositori al regime molti dei quali sono morti di stenti. Anche per noi che nessuna copertura diplomatica abbiamo in quanto nessun posto di controllo in entrata esiste ai confini e nei porti la pericolosità è enorme per cui non potendo raggiungere in atto Tripoli abbiano pensato di ritornare sempre via Malta dove, all’aeroporto nel viaggio di andata, abbiamo scattato la foto dei due caccia militari che vi abbiamo mandato via internet ed i cui piloti hanno disertato assieme a due navi che però non abbiamo avuto contezza di dove siano.
Nessuno parla ed anche nelle zone dei rivoltosi c’è da stare con gli occhi aperti perché il rischio è troppo grande e noi che non siamo appartenenti alle grandi testate internazionali rischiamo di più perchè praticamente siamo in Libia immigrati clandestini perché senza visto (ma nessuno in atto ce l’ha). Nel nostro piccolo abbiamo fatto del nostro meglio e quindi da domani, da Malta, possiamo mandarvi le foto che abbiamo scattato dalla zona di Bengasi.