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Le multe stradali andrebbero fatte anche ai Comuni che non manutengono
29 Mar 2025 08:46
In meno di un mese, i nomi di due giovani iblei sono stati aggiunti alla lunga lista di morti sulle nostre strade. Giuseppe Giurdanella, autotrasportatore modicano di 36 anni, e Giovanni Milazzo, operaio vittoriese di 26, erano mariti e padri di bambini in tenera età.
La facilità con cui si perde la vita lungo le strade d’Italia è impressionante. Secondo l’Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale, soltanto a considerare i fine settimana tra il 28 febbraio e lo scorso 23 marzo hanno perso la vita 73 persone; più di 80 sono i pedoni uccisi dall’inizio dell’anno, senza contare i ciclisti.
Al di là delle cause, sono numeri che cozzano con i modelli di sicurezza che vengono imposti per fermare una strage continua ormai da parecchi decenni. Le critiche rivolte ai provvedimenti presi dai sindaci di varie città e verso le novità del nuovo codice della strada – che inasprisce pene e sanzioni alle violazioni – non tengono conto dell’immane perdita umana e sociale lungo le strade.
Abbiamo la memoria corta. Anziché salutare le nuove norme per l’obiettivo che esse si pongono, spesso ci appelliamo a ogni sorta di cavillo burocratico per cercare di annullare le contravvenzioni e tacciamo le amministrazioni locali di furbizia nel fare cassa con gli autovelox. Non mi riferisco a quelli non omologati, ma a quelli opportunamente installati e ben segnalati davanti a scuole, ospedali, asili, case di riposo, là dove servono insomma. Siamo propensi a dichiararne l’uso “vampiresco” dei Comuni o a parlare di tasse occulte per fare cassa, come ha fatto chi scrive quando un paio di anni fa fu destinatario di un verbale per avere superato la velocità in un centro abitato oltre gli 0,5 km orari del consentito: andavo a 53 all’ora contro i 50 indicati e i 2,5 km/h di tolleranza pari al 5%.
Proseguiamo a far fischiare le orecchie ai sindaci, fino a quando non siamo toccati da lutti improvvisi, una tragedia che nessuno augurerebbe neanche al proprio acerrimo nemico. Quante vedove, quanti orfani, quanti genitori costretti a sopravvivere al dolore più grande e insopportabile.
La sicurezza sulle strade non può essere relegata in secondo piano. Ben vengano i controlli lungo statali e provinciali, controlli che però dovrebbero interessare anche la manutenzione che le istituzioni pubbliche sono in dovere di applicare, al pari della severità – ne cito una – dell’autovelox installato tra Vittoria e Acate, noto per scattare foto e fare emettere verbali in quantità.
I Comuni che non rifanno i manti in strade disconnesse o che, in vista della prossima bella stagione, non tolgono erbacce dai bordi, siano anch’essi multati in nome di quello a cui aspirano: la sicurezza delle persone. Altrimenti la lista dei morti si allungherà e noi staremo a parlarne a vanvera.
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