La compagnia teatrale Go.do.t. , sapientemente guidata dal sodalizio Vittorio Bonaccorso e Federica Bisegna, ha lasciato ancora una volta il segno nel nobile tentativo di rilanciare la cultura della città iblea, ove destarla dal torpore di un giardino gelido, dove le passioni e i sentimenti rischiano di diventare statue di ghiaccio.” La maratona di lettura” , già momento lusinghiero di successo culturale nella scorsa primavera, è stata riproposta in versione estiva lo scorso 27 agosto nello splendido e sobrio scenario tardo barocco della chiesa del XVI secolo ” S.Vincenzo Ferreri” di Ragusa Ibla, ormai chiusa al culto ed adibita, per lodevole iniziativa del comune, a luogo ospitante avvenimenti culturali e manifestazioni di prestigio. L’evento, considerando il periodo in cui l’estate impazza per la gioia dei “vitelloni” e le tanto sviscerate “movide” che attirano le grandi folle di ogni età , non ha avuto per la verità un grande seguito né di partecipanti né di pubblico. Tuttavia, nonostante le condizioni logistiche non favorevoli , la manifestazione letteraria è stata qualitativamente rilevante, ed il ristretto pubblico si è rivelato attento e competente, dispensando consensi entusiastici a tutti i partecipanti.
Il tenore e l’intensità delle letture si è colto sin dall’inizio grazie a Vittorio Bonaccorso, eccellente dicitore nel far rivivere emotivamente gli estremi momenti , di un condannato a morte, tratti da “Lo straniero “ di Camus. Federica Bisegna ha letto con l’enfasi di sempre una poesia delicata di Letizia Di Martino. Altri interpreti si sono esibiti brillantemente, recitando brani di grande lirismo poetico, tratti dai grandi Shakespeare, Majakovskij e Hemingway. Ancora una volta a tale proposito, in questo sublime contesto storico, sono stato conquistato dal talento naturale di alcune lettrici come Cristina Gennaro Selvaggio e Anita Pomario. In questa tornata artistica ho apprezzato con piacere anche la novità della poesia dialettale di alcuni originali interpreti. Maurizio Nicastro,ottimo regista della serata e “padrone di casa”, ha letto una bellissima satira dialettale, sfumando mirabilmente un nostro atavico momento di “edonismo reganiano” come la “pennichella” o “u filuvespru” che dir si voglia. Vorrei concludere, dicendo che molti vacanzieri, stavolta hanno avuto torto a non partecipare a questo raro avvenimento di vera cultura. Essi ne avrebbero sicuramente tratto vantaggi morali ed esaltanti momenti di felicità interiore.