LE PRIMARIE DEL PD PER IL PARLAMENTO

Per la verità sia Franceschini che Enrico Letta in diverse interviste hanno sempre affermato che le primarie ci sarebbero state, ma già nell’assemblea nazionale di luglio era stato ritirato un ordine del giorno che impegnava a svolgere le primarie per evitare di dare l’impressione che il PD non credesse nella modifica del porcellum, in quell’occasione il segretario si era impegnato a fare svolgere comunque le primarie …

Ciò nonostante si è registrata una marea di scetticismo sull’argomento …

Ma anche se non si volesse riporre nessuna fiducia nella dirigenza di quel partito, bastava riflettere sulle opportunità insite nelle primarie per riconoscere che erano troppo convenienti per rinunciarci …

Non c’è dubbio che le primarie si sono rivelate in questo contesto politico un’eccezionale occasione di  marketing e forse l’unica condizione alla quale il popolo di centrosinistra è “disposto a crederci” (alla possibilità di cambiare questa politica).

Di più, le primarie sono l’unica via per conquistare le persone deluse dal dover votare di nuovo con questo sistema elettorale ed in più amareggiate dal dubbio che il proprio partito si sia accomodato al di la delle dichiarazioni ufficiali; in questo modo, lasciando ai propri elettori la scelta il dubbio si è sciolto come neve al sole.

Per non parlare del fatto che questa mossa da un vantaggio ASSOLUTO nei confronti sia del centrodestra, ma sia anche del Movimento 5 Stelle che ha svolto una selezione abbastanza deludente in termini di trasparenza e ancor di più in termini di partecipazione …

Per Bersani poi le primarie costituiscono un ulteriore appiglio che gli permette di tenersi vicini i sostenitori di Renzi che non possono non apprezzare l’indizione delle primarie che costituiscono un metodo da loro richiesto a gran voce anche a costo di modificare lo statuto.

Alla luce di tutto questo la decisione uscita fuori dalla riunione della Segreteria Nazionale con i segretari regionali perché dovrebbe costituire una sorpresa?

Al contrario, affidarsi alla selezione del “cerchio magico” avrebbe costituito una grave forma di harahiri per il PD proprio nel momento di più veloce recupero di consensi che la storia pur breve di questo partito conosca: avrebbe avuto senso “gelare” la crescita?

Bersani dimostra ancora una volta una eccellente capacità di rigore politico e di serenità di giudizio, come già aveva fatto accettando la sfida di Renzi, forse non buca il teleschermo, di certo non è un “mago” nel coniare slogan, ma si dimostra ancora una volta un sincero democratico in sintonia con il suo “popolo”.

E questo per quanto riguarda la scelta del partito nazionale, qualche ansia permane su come si concretizzerà nella nostra regione questa selezione …

Le recenti vicende dell’ARS non costituiscono certo un elemento di rasserenamento all’interno del PD regionale, in più ci sarà da chiarire i rapporti con il movimento che Crocetta sta creando in Sicilia a partire dal gruppo parlamentare  e che se per quanto riguarda la politica regionale credo che costituisca per Crocetta una forma di assicurazione contro le tensioni che seguiranno ad ogni azione innovatrice messa in atto (vedi conflitti di interesse in campo di formazione e quant’altro verrà alla luce strada facendo), per quanto riguarda le liste rischia di costituire solo una scialuppa di salvataggio di chi come Lumia (che pare sia il capolista) non avrebbe i requisiti per la candidatura nel PD essendo parlamentare da 1994.

In verità la sfida delle primarie è prima che organizzativa una sfida di maturità dei quadri dirigenti locali nella cui responsabilità è creare il clima di sereno confronto e di sana competizione che sfrutti al massimo l’occasione che viene data da queste primarie sia in termini di selezione dei candidati che di ampliamento del consenso che nel nostro caso specifico avrà anche refluenze positive di trascinamento sulle elezioni comunali che si svolgeranno in concomitanza … ma questo è un altro capitolo …