Quelle che ieri potevano sembrare illazioni politiche, prendono corpo anche fra gli analisti più disinteressati. La scelta delle date per le prossime amministrative in Sicilia appare, ad appena 24 ore di distanza, frutto di attenta strategia; votare il 21 e il 22 aprile, messa da parte ogni altra possibile valutazione, significa non poter intervenire in merito al riordino delle province.
La convocazione dei comizi rende inutile e fuori tempo la discussione sull’apposito ddl previsto per 6 marzo, non ci sarà tempo di adeguarsi alle norme nazionali sulla spending review: tutte le buone intenzioni, sincere ( ? ), per un contenimento dei costi attraverso la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori, vanno a farsi benedire. Restano sul tappeto i proclami del Presidente che ritiene di poter intervenire su assessorati inutili e riduzione dei costi, come pure quelli di alcuni deputati dell’opposizione che stanno lavorando a proposte di legge per un nuovo assetto delle competenze provinciali.
Ma andando a guardare che, dopo soli due mesi, l’attività del Parlamento siciliano è bloccata, tutto appare come un castello di sogni. Fino a ieri è mancato il numero legale, per la terza volta in poche settimane, non sono stati approvati provvedimenti importanti, in aula erano presenti solo 22 deputati.
Si lascia il terreno come facile preda di populismi e demagogia: sarà facile attaccare la classe politica di voluta inefficienza per lasciare tutto come si trova. Le buone intenzioni si mettono da parte e si lasceranno intatti i carrozzoni provinciali, senza un minimo di riordino sulle funzioni, sulle competenze e sul numero di consiglieri e assessorati.
Ma le resistenze per i cambiamenti che, come era facile intuire, la ‘politica’ non gradisce, trascinano dietro di sè una tempistica assurda per comunali e provinciali.
Ancora in campagna elettorale per le nazionali, fino a tutto febbraio, in tempi ristretti occorrerà fissare le candidature per i vertici di Comune e Provincia, oltre alla piena di candidature per i rispettivi consigli. Si voterà anche per i comuni di Acate, Modica e Comiso.
I tempi stretti, sicuramente, aggraveranno la confusione politica che domina la scena, esiste il pericolo di scelte affrettate, di candidature che non potranno essere attentamente valutate, di colpi di mano e di forzature da parte di personaggi senza scrupoli che approfitteranno del momento di grande incertezza politica per ‘sistemarsi’.
In tempi in cui sarebbero indispensabili competenze ed esperienze, in cui occorreva mettere da parte i mestieranti della politica, i tempi stretti, certamente, potranno indurre scelte poco ponderate. Senza dire che i risultati delle nazionali potrebbero decretare, addirittura, la scomparsa di piccole formazioni politiche, la cui riproposizione locale sarebbe del tutto fuori luogo, elemento che costituirebbe una selezione naturale dei candidati, dal momento che sarebbero impensabili cambi di casacca dell’ultimo minuto.
C’è solo da sperare che prenda corpo la valutazione negativa del Presidente dell’Assemblea Regionale e i ritorni sulle decisioni, ma sembra che esigenze dei manovratori escludano tale ipotesi.