Nuovi colpi di scena sul “caso Ablyazov”, arrestato in Francia a Cannes, la settimana scorsa. L’oligarca kazako che si atteggia a oppositore politico comincia a cambiare le sue credenziali sulla stampa italiana. Ieri era dissidente anzi il “dissidente” per antonomasia, oggi il Corriere lo definisce dissidente/truffatore, mentre il Fatto Quotidiano, altra testata sostenitrice ad oltranza, parla di “imbarazzo per l’Occidente: in bilico tra la solidarietà per chi lotta contro i regimi autoritari e la prudenza, nel caso gli alfieri di questa battaglia abbiano imbrogliato le carte”[1].
Un ulteriore punto a sfavore sul profilo di Ablyazov – e questo alla larga da giudizi morali – appare essere l’amante ucraina Olena Tyschenko. Non tanto per il fatto in sé, che saranno pure affari suoi, dunque, ma in quanto viene a sfaldare quel quadretto idilliaco e strappalacrime di famigliola felice ritratta nelle foto, con moglie e figli abbracciati, sulla quale hanno fatto leva quotidianamente gran parte dei giornali. Ovvero la priorità che questo dirittumanismo melenso ed autolesionista, per il lettore italiano prevenuto e politicizzato, viene a possedere rispetto al destino delle nostre aziende in quel Paese amico.
Non quindi l’eroe che lotta strenuamente contro la presunta tirannia, non il marito devoto in apprensione per il triste destino della consorte, Alma Shalabayeva, “regolarmente” e non “vergognosamente” espulsa dall’Italia il 31 maggio, verso il Kazakhstan, assieme alla figlia Alua di 6 anni. Come si continua ostinatamente a scrivere in diversi articoli, nonostante la falsificazione del passaporto emesso dalla Repubblica Centrafricana sia stata riconosciuta più volte dalla stessa[2]. Insomma non l’“Uomo in cerca di ideali e disposto a tutto” di cui parlava Massimo Fini in un articolo di qualche anno fa, bensì l’astuto e viscido arrivista, disposto a vendere la propria madre pur di giungere al suo tornaconto, l’uomo che trascina la propria esistenza in mezzo alle viltà, agli opportunismi, ai trasformismi, alle meschinerie, ai cinismi ed ai sofismi.
Addirittura il Ministro degli Esteri kazako Erlan Idrissov, nell’intervista rilasciata oggi, mercoledì 7 agosto, a Fausto Biloslavo, sostiene che Ablyazov fu avvisato del blitz ed abbia volutamente sacrificato la moglie e la figlia per scatenare la tempesta mediatica di cui tutti sappiamo. Quindi aggiunge che dietro cauzione Alma Shalabayeva è libera di viaggiare dove vuole, previe garanzie, anche in Italia, tuttavia è lei stessa che non ha ancora presentato alcuna richiesta. Una situazione quantomeno strana se consideriamo che nell’intervista ha dichiarato di essere “libera come in una gabbia”[3]. Oppure più verosimilmente, considerando anche tutte le accuse di molestie rivolte alla polizia italiana durante il raid notturno di Casal Palocco rivelatesi infondate, dietro al sipario qualcosa di losco c’è.
In ogni caso, visto che ormai la posizione della Shalabayeva, dopo l’arresto del marito, viene a perdere la sua importanza, mentre il profilo del consorte comincia ad essere indifendibile, una certa stampa cambia linea di attacco e ritorna ad aggredire e denigrare il Paese, descrivendolo come un Eldorado dell’Asia centrale che perpetra la repressione del dissenso, un luogo dove l’economia viene prima della democrazia.
Durante il discorso d’insediamento del Kazakhstan alla Presidenza dell’OSCE, nel 2010, il Presidente Nazarbayev schematizzò l’impegno del Paese in quattro T: “trust” (ingl. fiducia), quindi “tradizione”, “trasparenza” e “tolleranza”.
Prescindendo dal fatto che se il Kazakhstan non fosse veramente ispirato a questi ideali e fosse il Paese – come già scrissi – dalle cui viscere trasuda il sangue dei dissidenti politici, né la delegazione del Movimento 5 Stelle, né altri giornalisti avrebbero ottenuto il permesso di recarvisi.
Senza entrare ulteriormente in dettagli piuttosto che altri o ripetere concetti già esposti io credo che, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto il problema si ponga in questi termini.
Una certa stampa italiana, occidentale o comunque determinate forze politiche e di opinione non tollerano che altrove l’evoluzione della storia possa avvenire in maniera parallela lungo direttive indipendenti e circostanziate ad un luogo ed uno spazio. Bypassano l’evoluzione storica del Kazakhstan, l’agognata indipendenza assopita per secoli.
Alla domanda di Biloslavo che lo incalza dicendo: «Siete accusati di essere autoritari e di non rispettare i diritti umani», il Ministro kazako Idrissov replica:
«Venite in Kazakhstan e giudicate con i vostri occhi. Non saremo la società ideale, una piena democrazia, ma siamo sulla strada giusta per costruire il futuro migliore ai nostri figli»[4].
Applicando il principio dell’omologazione a sé, l’occidente indica il proprio modello di democrazia di matrice ellenica quale unico format, l’unica via e verità possibile, dimenticando i passaggi anche cruenti che hanno condotto a ciò. Dimenticando fra l’altro un mantra dei salotti televisivi di qualche anno fa che recitava: «Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo».
L’occidente non riconosce che altrove altri pensatori abbiano formulato giudizi diversi, come Ziya Gökalp, poeta e studioso turco, il quale in un’opera scrisse: «In futuro una storia imparziale sarà costretta a riconoscere che la democrazia ha avuto la sua origine presso i turchi antichi»[5]. È la cosiddetta “democrazia dell’orda”, un sistema politico basato su antiche e nobili ideologie, sulle antiche confederazioni multietniche di popoli da cui anche scaturiscono le politiche sociali del moderno Kazakhstan. Anche nelle citazioni quest’occidente che scrive, pubblica ed argomenta è autoreferenziale, banale, scontato e tutto sommato perfino poco nozionistico.
[1] http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/01/caso-ablyazov-luci-e-ombre-di-dissidente-e-limbarazzo-della-francia/674096/.
[2] http://www.ilquintuplo.it/ablyazov-il-cialtrone-la-repubblica-del-centroafrica-conferma-va-in-giro-con-un-nostro-passaporto-falso/
[3] http://www.ilgiornale.it/news/esteri/nella-casa-blindata-alma-libera-gabbia-941025.html
[4] http://www.ilgiornale.it/news/esteri/ablyazov-fu-avvisato-blitz-e-scelse-sacrificare-moglie-941743.html
[5] Ziya Gökalp,Türkçülüğün esasları, İstanbul 1990, pp. 169-170.