Le ultime piogge riempiono gli invasi iblei, ma hanno meno acqua di un anno fa

Le recenti piogge hanno rimpinguato le riserve nelle due dighe che servono il territorio ragusano, ma all’1 aprile Santa Rosalia e Ragoleto hanno fatto registrare meno acqua rispetto a un anno fa, mentre la situazione generale dell’invasamento nell’Isola è nettamente migliorata. Sono i dati rilevati dal bollettino mensile a cura del Dipartimento regionale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico Sicilia, pubblicato martedì.
La situazione a Santa Rosalia e Ragoleto

L’invaso di Santa Rosalia ha 12,93 milioni di metri cubi di acqua, facendo segnare oltre un milione di metri cubi in più su marzo. Tuttavia, proprio al 1 aprile 2024 l’acqua era a livello di poco superiore ai 13 milioni di metri cubi. Rispetto a gennaio, l’invaso tra Ragusa e Giarratana, sbarramento dell’Irminio che viene utilizzato a scopi irrigui in agricoltura, ha recuperato oltre 5 milioni e mezzo di metri cubi. Buone notizie anche dall’invaso di Ragoleto, che all’inizio dell’anno si trovava nella condizione di 3,89 milioni di metri cubi rispetto a una capacità consentita superiore ai 20 milioni di metri cubi. La diga sul fiume Dirillo adesso sfiora i 9 milioni di metri cubi (+0,77 mmc in un mese), mentre un anno fa ne deteneva 9,64. L’acqua di Ragoleto è utilizzata sia a scopi irrigui che industriali e potabili.

In Sicilia +21% in un anno

Complessivamente, a inizio mese i 30 invasi della Sicilia fanno segnare un +21% in un anno e +9% rispetto a un mese fa, raggiungendo il totale di 374 milioni di metri cubi, +64 milioni in più sull’aprile 2024.

Cocina: “Situazione seria, ma sotto controllo. Scorte per 11 mesi”

“Sulla situazione degli invasi idrici scarsamente riempiti in Sicilia, è fondamentale evitare allarmismi ingiustificati, spesso generati da notizie o dichiarazioni non supportate da dati pertinenti e aggiornati. In particolare, è fuorviante parlare di ‘esaurimento degli invasi entro sei mesi’, così come di situazione ‘drammatica’ per la città di Palermo. Parole che non rispecchiano la realtà e non danno conto delle attività e degli sforzi fatti da migliaia di operatori pubblici e privati per mitigare una delle più gravi emergenze di rilevo nazionale”. Lo dice il dirigente generale della Protezione civile regionale e coordinatore della cabina di regia per la siccità, Salvo Cocina. “Il governo regionale – prosegue – ha promosso ed emanato tutti i provvedimenti possibili, fra cui l’istituzione della Cabina di regia, che fino a oggi ha fatto quasi cento riunioni. Conseguentemente, sotto il monitoraggio e la regia regionale, i gestori della rete idrica hanno realizzato centinaia di interventi per far fronte all’emergenza, reperendo nuove fonti d’acqua e riducendo le principali perdite. Grazie a queste azioni coordinate, fra cui le riduzioni dei prelievi per aumentare la vita utile degli invasi a fine 2024, la situazione di massima emergenza è stata mitigata ed è praticamente rientrata nelle province più colpite di Enna e Caltanissetta”.
Resta di emergenza, ma comunque gestibile, la condizione nella Sicilia occidentale, dove le piogge invernali sono state in realtà scarse per il terzo anno consecutivo e gli invasi risultano riempiti in misura minore anche rispetto allo scorso anno. Tuttavia, proprio grazie agli interventi già effettuati sotto la regia regionale, la situazione presenta oggi segnali di netto miglioramento. I numerosi progetti, approvati dalla Cabina di regia di Palazzo d’Orléans e finanziati con 80 milioni dalla Regione e 48 dallo Stato, consentono oggi di poter contare su scorte idriche sufficienti negli invasi per almeno 11 mesi, fino a marzo del prossimo anno. Questo anche nell’ipotesi, altamente improbabile, che non si verifichino più precipitazioni fino a quella data e senza considerare l’apporto che arriverà dai tre dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, che saranno pronti prima dell’estate, e dai due di Palermo per i quali a breve sarà pubblicato l’avviso per il progetto di finanza. “Riconosciamo – conclude Cocina – che la situazione rimane seria e richiede un monitoraggio costante e interventi non solo emergenziali ma anche strutturali, ancora più costosi, ma pure avviati e in corso, fra cui il rifacimento di intere reti idriche cittadine che hanno perdite notevoli i e i dissalatori, ma non si può parlare di uno scenario drammatico come quello affrontato nella seconda metà dello scorso anno”.

Coldiretti: “Lo scorso anno produzione agricola ridotta” “Nel 2024 – sottolinea Coldiretti – tutti i comparti hanno ridotto in maniera particolarmente significativa il potenziale produttivo che in alcuni casi rispetto al 2022, come il vitivinicolo, ha avuto la produzione più bassa da decenni”. I produttori non hanno potuto irrigare anche in quelle zone servite dai consorzi di bonifica mentre molti comparti non hanno avuto sostegni adeguati per i danni subiti. “Nutriamo forti perplessità sui dissalatori – prosegue Coldiretti Sicilia – perché reputiamo il costo di produzione talmente alto che non permetterebbe l’irrigazione agricola. Suggeriamo anche di valutare sistemi alternativi come la depurazione delle acque reflue certificate e garantite, come già fatto in altre regioni”. Serve anche il sistema di laghetti, sistema già avviato ma ancora non insufficiente. “Di certo – sottolinea Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia – non possiamo più perdere neanche un minuto, la stagione estiva è alle porte e le incertezze rischiano di fermare investimenti e produzine.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it