La legge sulla concorrenza sta prendendo forma sempre più concreta, tanto che qualche giorno fa la corsa alla liberalizzazione degli esercizi e delle attività commerciali ha ricevuto un voto favorevole da parte delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, che hanno finalmente concluso un primo esame del testo. È previsto che questo provvedimento vada in aula il 21 settembre, per essere approvato e poi passare al Senato.
Una delle più grandi novità di questo provvedimento è un emendamento proposto da Andrea Martella e Silvia Fregolent (PD) che aprirebbe all’acquisto delle farmacie non più ai singoli farmacisti, ma anche alle società di capitali, purché non comprendano medici, produttori di farmaci e informatori scientifici.
Questo implicherebbe che le farmacie potranno comportarsi come qualunque altro esercizio commerciale, facendo orari diversi da quelli imposti dal Comune. Ecco perché sarà più che mai importante controllare le farmacie di turno attive negli orari di vostro interesse; qui ad esempio potete trovare tutte le informazioni necessarie della zona più vicina a voi.
Così, dopo il primo scossone al monopolio della vendita dei farmaci, ossia quella data dalle Parafarmacie, arriva anche questo nuovo traguardo. Il decreto prevede anche l’abbassamento del numero di farmacie per abitante, che è infatti stato dimezzato, permettendo l’apertura di nuovi esercizi.
Ci sono ancora dubbi se si tratti di un bene o di un male: se da una parte infatti si tratta di un decreto ritenuto sacrosanto, che aiuta i farmacisti non solo da un punto di vista lavorativo, ma anche di concorrenza, permettendo di eliminare il privilegio della vendita dei farmaci e aiutando i cittadini a procurarsi le medicine necessarie con più facilità, dall’altro questa liberalizzazione comporterebbe un durissimo colpo alla categoria, facendo rischiare il collasso alle farmacie più piccole e portando a un consumo inappropriato di farmaci da parte dei cittadini.
Ad ogni modo, le farmacie non sono le uniche ad essere interessate dalla legge sulla concorrenza. Ogni ambito commerciale ed economico ne è influenzato, incluse banche e mutui. Anche qui, le leggi costrittive e statali che prima regolavano l’operato delle banche si fanno più liberali, appunto, permettendo una concorrenza più forte tra le varie competitrici.
E se anche questo da una parte spaventa, prospettando mutui con tassi da capogiro e prezzi inaccessibili, in realtà può comportare un grandissimo vantaggio per i privati. Maggiore competitività, infatti, significa dover fare la migliore offerta, il che significa che molti mutui diventeranno più convenienti del solito pur di trovare clienti che decidano di impegnarsi con la banca, specialmente in tempi di crisi come questo, in cui la media dei prestiti richiesti è calata, tranne che nel caso di prestiti senza busta paga.
Pro e contro, quindi, che solo con il tempo si sveleranno a dovere. Al momento, il mercato si prepara a competizioni sempre più significative, che potrebbero rivelarsi disastrose, come anche molto convenienti.