Sig. Presidente, ho appreso con vivo piacere la notizia della sua prestigiosa elezione e Le esprimo tutto il mio compiacimento, anche nella consapevolezza che con il suo prestigioso ruolo istituzionale l’Italia finalmente esce da una posizione di subalternità. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto sul piano economico e, in particolare, per le Regioni del Sud.
La Sicilia sta pagando un prezzo insostenibile dopo i tanti discutibili “Patti” approvati dalla Comunità europea per facilitare l’esportazione dei prodotti agricoli africani e mediorientali in Europa. La Sicilia negli ultimi decenni, grazie all’intelligenza, la caparbietà e la capacità di innovazione di tanti audaci imprenditori, ha vinto la sfida del cambiamento, riuscendo a produrre Eccellenze agro-alimentari e viti-vinicole di primaria importanza, che in pochi anni si sono affermati nei migliori mercati d’Italia e del Mondo. Poi l’apertura delle frontiere senza controlli e la sleale concorrenza hanno vanificato tutto, mandando in rovina migliaia di aziende e milioni di lavoratori. Queste problematiche sono ben note.
Sig. Presidente, i Sindaci e i Lavoratori Siciliani delle “Zone trasformate” non chiediamo nient’altro che la libertà di lavorare e di contribuire alla crescita dell’economia, per lottare la disoccupazione, specialmente quella giovanile che ha raggiunto cifre impressionanti. Il documento firmato a Vittoria dai Sindaci della fascia trasformata e della Zona Ipparina con efficace sintesi declina i provvedimenti necessari e urgenti. Urgenti, sì, perché il tempo è scaduto. So che ha in programma una visita alle comunità colpite dal terremoto. Nobile iniziativa. Io mi permetto di chiederLe di venire anche ad Acate, perché possa personalmente rendersi conto di chi siamo, che cosa produciamo e che è un peccato mandare in rovina decenni di lavoro di tante generazioni e produzioni che tutto il mondo ci invidia. Sarò onorato di accoglierlo presso lo storico e glorioso Castello dei Principi di Biscari, farlo incontrare con il nobile popolo di Acate e con i lavoratori che a Vittoria sotto una tenda, al gelo e alla pioggia, aspettano una voce amica. Sarebbe un fatto storico e di grande rilevanza politica ed istituzionale, in un periodo in cui la fiducia nelle Istituzioni è pari a Zero. Noi abbiamo bisogno di Lei. La prego, non rivolga lo sguardo dall’altra parte, come altri hanno già fatto.
Nel ringraziarla per l’attenzione che vorrà riservare a questa mia modesta nota, Le rivolgo i miei più Sentiti Auguri di buon lavoro.