Caro “futuro” presidente della regione Sicilia, chiunque tu esso sia, ho da dirti due parole sulla provincia di Ragusa. Rilassati cinque minuti e apri bene le orecchie. Questa terra è la trasposizione di ciò che è stata la Sicilia per l’Italia. Un bacino di voti per accontentare altri politici, quelli di Palermo, di Catania o di Messina, coscienti che agli iblei gli dai due fichi secchi e stanno muti. Questa terra è stata vessata dalla mafia, dalla politica “sbagliata”, da troppa gente silente che ha goduto solo ai tagli di nastro. Politici sventurati, “svenduti” a poche lire. Tanto quelli della provincia di Ragusa sono “babbi”, non protestano mai, sono silenziosi e forse pure stupidi, avranno pensato a Palermo.
Caro “futuro” presidente, i cittadini della MIA provincia non sono né stupidi, né silenziosi, né babbi. Sono stanchi. Stanchi di essere rappresentati solo da gente inetta. Stanchi di dover scalare i muri a mani nude. Stanchi di essere considerati solo quando si aprono le urne. Stanchi della mafia (anche quella esiste in provincia di Ragusa). Stanca di dover vedere politici inquisiti finire in galera. Stanca di dover vedere politici inquisiti finire in galera ed essere nuovamente candidati per rappresentare il popolo di questa terra. Vivo da molti anni la realtà della mia provincia, dove si ha tutto, ma non è stato fatto nulla. La nostra terra dove una nuova classe dirigente sta nascendo e spero che possa affossare il “vecchio” modo di fare politica che sibila per le vie delle città.
Caro “futuro” presidente, tu non sai quante mani sto stringendo e quante volte ho sentito: “Io non ci vado a votare”. Gente scoraggiata che chiede solo di essere ascoltata. Gente alla quale devi dare delle risposte perchè non hanno i mezzi di sostentamento per la famiglia. Quante promesse. Posti di lavoro a profusione, come se piovessero….
Caro “futuro” presidente, spero che coloro i quali saranno chiamati ad amministrare questo territorio sappiano far propri i principi di legalità, moralità e democrazia, condizione questa necessaria a garantire sviluppo. Sono profondamente convinto che bisogna dare fiducia a persone capaci di programmare scelte economiche e sociali. Non abbiamo bisogno di pubblici poteri inoperosi. Sia chiaro a tutti i candidati che il rinnovamento della classe politica non significa solo candidarsi ad un ruolo, occupare delle poltrone, significa soprattutto avvicinarsi alla “cosa pubblica” con la consapevolezza di chi deve imparare qualche cosa.
Caro “futuro” presidente, il mio auspicio è che il “quintetto” che porterà all’Ars la provincia di Ragusa sia il migliore possibile. L’età media del precedente sestetto si attestava sui 60 anni. La “geronto-politica” ha fatto più danni delle cavallette. Mi auguro che la MIA gente possa svegliarsi dal torpore che l’ha portata a fare scelte inique. Io, caro “futuro” presidente, ti darò filo da torcere. Faccio pubblica ammissione che sarò la sentinella del mio popolo. Sono stanco anch’io di vedere apostrofata la ma terra come quella dei “babbi”…