LETTERA APERTA

Da sempre mi sono sentito cittadino del mondo ed ho pienamente creduto nella libertà degli individui e nella sovranità dei popoli democratici. Ma, da un po’ di tempo, un certo disagio appanna questo mio essere, perché non mi sento veramente libero, ma avverto d’essere manovrato, come un burattino. 

L’alta finanza speculativa ha ormai preso il potere assoluto su tutto. Sono loro a detenere, infatti, il potere economico mondiale. Un gruppo ristrettissimo di persone che decidono del nostro futuro spostando, come giocassero a monopoli, svariati miliardi di dollari o euro da un capo all’altro del mondo, determinando speculazioni economiche ai danni di singoli stati, dei quali – a loro modo – hanno pianificato “l’occupazione”. Prova ne è, per attenermi alla storia recente, di ciò che è accaduto in Italia nel 2011. Quell’anno, infatti, si abbatté sull’Italia una chiara speculazione economica. Il nostro Paese faticava a rialzarsi, sia per il catastrofico cambio col quale era entrata nell’euro (1936,27 lire a fronte di 1 euro, quindi paghi due e prendi uno), dimezzando stipendi e modificando profondamente il nostro stile di vita, sia per la gravissima crisi economica mondiale, iniziata nel 2008 negli Stati Uniti con lo scoppio di una bolla immobiliare e il successivo fallimento della Lehman Brothers. A questo è seguito un virulento attacco personale contro la persona del premier Berlusconi (servendosi anche del più becero gossip), atta solo a screditare il governo, la cui politica impediva alle varie lobby di potere di mettere gli artigli sull’Italia. 

Lo spread (parola dapprima misteriosa, nota soltanto agli addetti ai lavori) diventa di colpo la nostra “ossessione” quotidiana e, improvvisamente, non si parla d’altro. In pochissimi mesi, da 200 punti, lo spread sale a quasi 400 punti rendendo l’economia italiana fragilissima. A tutti i costi, infatti, si doveva defenestrare il governo che, essendo politicamente troppo vicino al Presidente Russo Putin, con il quale si stringevano accordi vantaggiosi per l’Italia, scompigliava i progetti della Germania e dei paesi “soci”. Questi, approfittando delle debolezze economiche degli altri Stati europei – fra cui l’Italia – facevano da “Asso piglia tutto”. A dare molto fastidio era anche il patto che il governo Berlusconi aveva stretto con la Libia che, di fatto, garantiva alle imprese petrolifere italiane un rapporto privilegiato nel settore, cosa non gradita particolarmente dalla Francia, che voleva a tutti i costi fare fuori l’ENI per “sostituirla” con sue società, tanto è vero che, con un pretesto mascherato da missione umanitaria, l’allora presidente Sarkozy, trascina l’Europa in guerra contro la Libia, con risultati catastrofici, oggi ancora sotto gli occhi di tutti. E noi italiani, in prima persona, piangiamo le conseguenze di quell’attacco. Vuoi perché l’ENI ha perso il rapporto privilegiato che aveva (con chi parlare e stringere accordi, ora che nel paese regna il caos?), vuoi per la miriade di disperati che arrivano giornalmente nel nostro paese, alla ricerca di un riparo dagli orrori della guerra. Ma, soprattutto, per il rafforzamento degli integralisti islamici (che Ghedaffi riusciva a tenere a freno) e del pericolo del terrorismo che il loro fanatismo religioso comporta. Infatti, alcuni terroristi possono mimetizzarsi tranquillamente tra la miriade di disperati che giornalmente attraversano il mediterraneo, con conseguenze che tutti possiamo immaginare per la sicurezza dell’Italia e dell’Europa. E’ cronaca di questi giorni il “caso Tunisi e la strade del Bardo”. Infatti, da noi si può entrare (dato i controlli difficoltosi) e uscire tranquillamente dal paese, per poi tornare indisturbati e procurarsi facili coperture. 

Ma torniamo allo Spread e al 2011: l’attacco concentrico al quale è sottoposto il governo Berlusconi passa per lo screditamento della sua persona agli occhi del mondo per faccende personali, poi rivelatesi inesistenti, oltre che tramite speculazione selvaggia indirizzata al nostro mercato coadiuvata dalle Agenzie di Rating, in particolare dalla Standard e Poor’s che, con i suoi continui declassamenti, fa in modo che il riflettore negativo puntato sull’Italia non si spenga, costringendo il governo Berlusconi a dimettersi e consegnando, di fatto, l’Italia agli speculatori. Da quel momento, il nostro Paese passa sotto il predominio dei cosiddetti “poteri forti”, dell’alta finanza speculativa. Da quel giorno non abbiamo più presidenti del consiglio liberamente eletti dal popolo, ma ben tre nominati da “manovre di palazzo”. 

Oggi, soltanto la piccola – ma tenace – Grecia, a differenza dell’Italia, sta lottando per non cedere alle banche, alle lobby e alle assicurazioni. Ed è a questa “Leonessa” che va tutta la mia ammirazione e il sincerio augurio di riuscire nell’intento, così come auguro all’Italia di svegliarsi da questo letargo per potersi riprendere la sovranità perduta. Perché i troppi interessi di “pochi personaggi” stanno devastando i sistemi sociali di troppi Stati che, accerchiati, crollano sotto i colpi della globale e speculativa politica monetaria. Si faccia riferimento al dramma di El Salvador e Honduras, dove la gente cerca scampo alla miseria più assoluta cercando riparo in Messico, dove trovano l’aiuto della sola Chiesa Cattolica che, come può, cerca di fornire assistenza. Per non parlare, poi, del dramma che si vive a casa nostra, nel Mediterraneo, dove migliaia di persone cercano la vita e trovano la morte a causa della miopia politica e l’egoismo (solo quello?) occidentale, incapace di suggerire una soluzione equa e duratura da attuare nei loro paesi di provenienza, permettendogli potenziale una rapida e duratura ripresa economica, unita ad una necessaria equità sociale. Tutto rimane nel caos e il Mediterraneo si sta trasformando in una polveriera: ai morti si aggiungono altri morti. E abbiamo la sgradevole sensazione che tutto ciò, visto i troppi soldi che girano attorno alla vicenda, faccia comodo a qualcuno. 

Ed è proprio basandomi su tutto ciò sommariamente descritto che mi pongo una domanda: “Riusciremo a rialzarci? Riusciremo a liberarci da questo gioco economico così concepito e che ci ha ridotti alla fame, tanto da portare anziani a rovistare nei bidoni della spazzatura? Tutto si fa dipendere dalle riforme, ma si stanno facendo quelle giuste e con determinati criteri? I tagli che il governo fatti nei vari settori, sono mirati e sono creati ad hoc per sollevare polveroni? E perché il governo non ha ancora preso provvedimenti per i cosiddetti “vitalizi” e per una vera e consistente cura dimagrante sugli stipendi dei politici? Perché la casta politica mantiene ancora i suoi costosi privilegi?

Tutte domande che, per ora, non sembrano trovare  risposta. Spero tanto che l’Italia riesca veramente a venire fuori da questa spirale perversa che ne stronca le potenzialità. Me lo auguro, per tutti noi, per i nostri figli e i nostri nipoti. Per chi, con me, crede ancora nella libertà e per chi ha verso il sangue per unire il più bel Paese al mondo. 

Maurizio Villaggio Segr. Particolare gruppo parlamentare Forza Italia ARS