Cari lettori in questo articolo, vi parlerò dell’importanza che rivestono i benefici per noi reclusi. L’ordinamento penitenziario prevede che per chi durante la sua permanenza in carcere abbia tenuto regolare condotta, e nel contempo abbia praticato le attività trattamentali offertigli dando prova di volersi reinserire nel tessuto sociale, sono previsti dei benefici di legge del tipo ( affidamento in prova, detenzione domiciliare, permesso premio ) che il magistrato di sorveglianza può concedere al reo in base appunto a delle relazioni stilate da una equipe specializzata : educatore, psicologo, assistente sociale, direttore. Allo stato, io che mi trovo recluso da più di 5 anni, fruisco, da poco tempo dei permessi premio; infatti proprio 15 giorni fa per la prima volta mi hanno concesso un permesso per potermi recare a casa mia per 3 giorni per poter coltivare gli affetti familiari. Non potete immaginare come mi sono sentito e che sensazione ho provato nel tornare a casa a stare con la mia famiglia; tutte queste emozioni ve le descrivo anche se, solo chi come me ha potuto viverle sulla propria pelle, può capire cosa si prova. Mi sono ritrovato davanti a un grosso cancello. Lentamente appariva una luce che mi abbagliava gli occhi e cominciavo a camminare con tanta paura col pensiero che qualche agente penitenziario mi bloccasse, ma tutti questi pensieri erano solamente dei miei incubi poiché per 5 anni e più non avevo più visto la luce senza dei quadretti e non ero libero di poter camminare senza ostacoli. Di fronte mi sono ritrovato la mia famiglia, che per tutti questi anni aspettava questo giorno, come se fosse una festa natalizia. Ci avviammo per andare a casa e lungo il tragitto guardavo la strada e non credevo ai miei occhi. Non facevo altro che dire a mio fratello “Vai piano”, anche se lui andava nei limiti consentiti; vedevo dei camion e avevo paura che ci venissero addosso. Arrivo a casa e mi sento estraneo alle mie abitudini in tutto. Ma la gioia di stare vicino alle persone che amo più di me stesso mi hanno aiutato a superare tutto ciò. Solo così nascondevo le paure che mi affliggevano. Questi tre giorni sono stati come tre ore fuori dove la vita va molto velocemente, adesso aspetto che arrivi il prossimo mese e potrei trascorrere altri giorni vicino alla famiglia. Per abituarmi a vivere di nuovo la vita che ho lasciato cinque anni fa e piano piano essere di nuovo la persona che ero prima di entrare in carcere, cioè libero e senza paure. Un grazie particolare alla mia educatrice che mi ha fatto rivedere la luce dopo tanti anni bui.
Però è doveroso rilevare che avrei potuto usufruire di questi permessi molto tempo prima, infatti più volte ho avanzato richiesta, ma per un motivo o per un altro mi è stata sempre negata la possibilità di potere stare più tempo con la mia famiglia. Non vi nascondo, cari lettori, che io ci avevo perso pure la speranza in quanto mi mancano altri cinque mesi per potere tornare libero. Adesso ho riacquistato fiducia e spero di poterla riacquistare nella società civile, dopo aver scontato la pena. Ringrazio tutta l’amministrazione di codesto istituto che grazie alle varie attività trattamentali mi ha fatto capire quanto sia importante un sano reinserimento nella società e quanto il cambiamento debba partire proprio da noi. Infine, un appello a voi cari lettori, affinché vi interessiate di più nel conoscere i detenuti e le loro problematiche, solo così potete realmente capire i mali che ci affliggono. Imparate a conoscerci…
Seby