Le invettive utilizzate dai consiglieri del PID, Giorgio Stracquadanio (capo gruppo), Giorgio Aprile e Maurizio Di Mauro, nel loro comunicato stampa in merito alla mozione di indirizzo relativa ai lavori di costruzione del famigerato edificio di Via Fontana, mal si conciliano con le appartenenze all’UDC prima ed al PID oggi.
Da sempre, infatti, questi partiti hanno rivendicato un ruolo di opposizione moderata e costruttiva. Nella fattispecie le critiche mosse sono fine a se stesse e sembrano ispirate da una volontà distruttiva. Ciò posto, ritengo opportuno fare alcune riflessioni e precisazioni:
il famigerato edificio, dopo i controlli di rito, ha ottenuto il rilascio della prescritta concessione edilizia che, in base a quanto dichiarato dal Sindaco, dall’Assessore all’Urbanistica e soprattutto dal Dirigente competente, pare sia legittima;
insieme al consigliere Migliore (primo in ordine di tempo a sollevare la questione già nel mese di marzo del 2010), pur in presenza della suddetta concessione, abbiamo considerato l’edificio un “piccolo eco-mostro” stante la sua realizzazione in violento contrasto con il contesto ambientale caratterizzato da elementi storici-culturali quali ad esempio “i urutti ra catina” (le grotte della catena) etc.
abbiamo avuto la consapevolezza che ogni tentativo di “legale impedimento” (sospensione, demolizione, esproprio, etc.) avrebbe potuto e potrebbe degenerare in un contenzioso infinito, i cui esiti nel tempo finirebbero col lasciare i segni indelebili di un “mostriciattolo urbanistico” (la parte di struttura in cemento armato finora costruita affiorante e visibile dal piano stradale) e quelli di natura economica-debitoria sicuramente non meno indifferenti;
la nostra proposta di un accordo mediante l’istituto della cosiddetta “urbanistica negoziata perequativa” finalizzata a non produrre ne’ danno economico, ne’ la costruzione di un edificio in violento contrasto ambientale, equivale al doveroso senso di “responsabilità” e di “culto dell’interesse cittadino” molto al di sopra di quello di partito da altri prescelto.
Quanto all’anatema relativo alla “irricevibilità ed inutilità” della mozione affermato e sostenuto dai tre consiglieri nel loro comunicato, non si può far altro che stendere un velo pietoso e far rilevare, nel contempo, che non spetta ad alcuno, ne tanto meno a loro interdire la prerogativa della proposta di una mozione di indirizzo, di un ordine del giorno, di una interrogazione e di quant’altro previsto e consentito ad ogni singolo consigliere comunale dalle leggi e dai regolamenti vigenti in materia.
I tre colleghi consiglieri invece potranno, se lo vorranno e se ne avranno le argomentazioni, sostenere e motivare in aula la loro intransigente opposizione alla mozione, avendo cura di soffermarsi anche sul concetto di irricevibilità ed inutilità da loro espresso.
Se ci convinceranno che è meglio lasciar completare l’edificio, oppure impelagarsi in un contenzioso a lungo termine il cui esito dovesse comportare la demolizione ed il ripristino dello stato originario dei luoghi senza alcun onere economico a carico del Comune, credo che si potrebbe ritirare la mozione o votare contro di essa.
Se viceversa si dovessero convincere del contrario allora votino la nostra mozione, una mozione che è bene ricordare abbiamo redatto e presentato nella piena consapevolezza di essere unicamente, ribadisco unicamente, rivolta al superiore interesse della nostra Città.